sabato 29 gennaio 2011

LA SCUOLA AL CINEMA-lunedì 31 ore 21.00 via dei Campani 72

LUNEDì 31 GENNAIO ORE 21.00

LA CLASSE
di Laurent Cantet


PROIEZIONE N. 1 CINEFORUM CPS

FILM LA CLASSE

RESOCOCONTO DELLE RIFLESSIONI COLLETTIVE a cura di Fabrizia

Provo a fare una sintesi dei contenuti emersi lunedì 1 febbario, durante la proiezione del film La classe, tenendo conto che sarà in parte necessario semplificare alcuni passaggi.

Tra relazione introduttiva e confronto successivo, sono stati messi in luce i seguenti aspetti:

1) IL CARATTERE ANTIRETORICO DEL FILM: QUALE RAPPORTO TRA ESTERNO E INTERNO?

Abbiamo notato come la dinamica rappresentata nel film non sia quella, comune a molti film sulla scuola (Attimo fuggente, Meri per sempre), in cui, in un contesto problematico, pieno di contraddizioni sociali, compare la figura dell'insegnante illuminato che, facendo forza sulla sua volontà, la sua passione, il suo carisma, risolve e scioglie di fatto i problemi che incontra, trasformando individualmente (ed un po' idealisticamente) la realtà stessa. Nel film si mette invece in luce come l'intervento generoso e problematico del docente si realizzi non astrattamente, ma all'interno di un contesto sociale che ne determina gli esiti, i successi ed i fallimenti (e per contesto sociale si intende l'istituzione scolastica nel suo complesso: dalle classi, con la loro esplosiva composizione sociale, agli organi collegiali, i programmi e contenuti da trasmettere, le procedure, i rapporti con i genitori).

Nel film infatti, la scuola è vista come un osservatorio, un luogo sociale dove si esprimono, concentrate, tutte le dinamiche e i conflitti che esistono all'esterno (abbiamo notato come questa “fiducia realistica”, si ritrovi nella stesse scelte stilistiche del film: tutta la pellicola, il cui titolo originale è, emblematicamente, Dentro le mura, viene girata, dall’inizio alla fine, esclusivamente dentro gli edifici scolastici, con uno taglio semidocumentaristico, in cui tutti recitano, o meglio rappresentano se stessi, nessuno è attore professionista). L’idea del regista sembra essere quella che, filmando e osservando la dinamica e la quotidianità dentro la scuola, fatta di lezioni, colloqui con i genitori, collegi, consigli ecc... , si venga automaticamente a conoscenza di tutto quello che c'è fuori: provenienza e situazione sociale dei ragazzi, atteggiamento della società verso di loro ed in generale, organizzazione e divisione dei ruoli, ecc...). Insomma, la scuola come concentrato di una realtà esplosiva non disinnescabile soltanto con un intervento individuale, e non riducibile a nessuna lettura consolatoria

(in questa rappresentazione oggettiva, complessa, non agiografica né manichea della realtà scolastica, concentrata sul “fare” dei docenti, sulla materialità quotidiana del loro lavoro, il film è apparso un prodotto difficilmente immaginabile in una realtà come quella italiana, dove solitamente ben altra, più limitata e fumosa, è la rappresentazione della vita scolastica e dei docenti, alla meglio ancora legata ad una dinamica da libro Cuore, alla peggio imbrigliata in uno sfondo privinciale e macchiettistico…si veda ad esempio la serie televisiva sulla scuola in onda sulla Rai)

Proprio questo taglio del film ha suscitato tra noi un dibattito, tra chi ha considerato tale modalità di rappresentazione un suo elemento di forza, un modo di rappresentare pienamente e implacabilmente il funzionamento e i molteplici piani che, oggettivamente, attraversano un’istituzione, e chi invece l’ ha avvertito come limite, sottolineando che, attraverso questo sguardo, troppi aspetti della realtà rimangono fuori, non indagati, ma al massimo semplicemente rappresentati, e proponendo l’idea che questa scarsa relazione con l’esterno potrebbe proprio essere uno dei motivi dell’immobilismo e della conservazione manifestata nel film da parte di tutta l’istituzione scolastica.

2) RAPPORTO INSEGNANTE-CLASSE: QUALI CONTENUTI? QUALE TRASMISSIONE DIDATTICA?

Tutti siamo stati d’accordo nel notare come nel film, girato quasi interamente in classe, durante le faticosissime ed intensissime lezioni di italiano del professor Françoise (protagonista ed autore del libro, che quindi rappresenta se stesso in aula), emerga chiaramente un dato:

● quello che la scuola cerca di trasmettere ed il modo in cui cerca di farlo, sono spesso lontanissimi da quello che gli studenti riconoscono come loro esigenze e bisogni immediati.

I ragazzi inchiodano continuamente e strenuamente l'insegnante a motivare fino in fondo il suo operato, a spiegare il motivo di quello che sta trasmettendo, la sua utilità per loro, che evidentemente è lontana dall'essere immediatamente compresa e riconosciuta (proprio per la focalizzazione sulle ore di lettere, questo conflitto nel film passa moltissimo attraverso la lingua, di cui si sottolinea, ad esempio nella lunga scena dell’insegnamento del congiuntivo, il carattere di classe e di selezione): il docente cerca continuamente di misurarsi con queste “accuse”, riuscendo a volte a venirne fuori, altre rimanendovi invischiato lui stesso, in un botta e risposta stimolante, ma sfiancante. Alcuni di noi hanno notato come momenti di coinvolgimento e risultati più inclusivi, si verifichino quando l’insegnante riesce ad utilizzare il suo approccio linguistico-letterario per far esprimere gli alunni, quando la lingua diventa per loro un canale di comunicazione (e sono così disposti anche a riconoscere le diverse possibilità espressive della lingua: per esempio nella scena del tatuaggio, dove l’alunno riconosce che il messaggio che ha scritto sul braccio, detto proprio in quel modo e non in un altro “è più bello”) e si intrecci anche con altre modalità espressive (le immagini fotografiche per raccontare se stessi). Ci è sembrato anche che la stessa dinamica della lezione frontale o semifrontale, che il docente cerca spesso di scompaginare, ma dovendo comunque rimanere all’interno di una struttura che questo prevede, viene fortemente subita dagli alunni, costretti ore in banchi stretti, che a fatica contengono i loro corpi in crescita, la loro energia fisica, i loro oggetti (come può emergere dalla scena della "zainata" in piena faccia, frutto non di un gesto premeditato, ma di un incidente seguito ad uno scatto di rabbia che la ristrettezza degli spazi amplifica e trasforma in una piccola tragedia), e relegati , durante la ricreazione, in un giardino cementato chiuso tra i muri della scuola dove sfogano tutta la loro aggressività.

È proprio l’aggressività, l’atteggiamento di fondo, continuo con cui il docente si deve confrontare, un’aggressività che è verso la società che relega e concentra queste masse di francesi di serie B in luoghi separati, dove non possono che riconoscersi e amplificare tra loro il meccanismo di esclusione, e che si traduce quindi in avversione verso la scuola, principale interfaccia della società con cui si relazionano e che spesso non riesce ad intervenire se non arginando possibili derive attraverso interventi repressivi.

A questo proposito è stato molto interessante l’intervento di Dina, che ha visto nella realtà rappresentata dal film molti aspetti in comune con la propria esperienza scolastica (istituto per sordi, dove di fatto vengono dirottati moltissime situazioni borderline): partendo dalla propria faticosissima esperienza quotidiana, la compagna del coordinamento, ha sostenuto e motivato l’impossibilità, da parte del singolo docente, di poter influire su un sistema che, in contesti del genere, dovrebbe essere ripensato alla radice, raccontando che a volte, proprio un intervento didattico che tenti di costruire un dialogo e regole diverse con gli alunni, cercando di scavalcare la logica di contrapposizione alunni-adulti, può riscontrare più difficoltà ed andare incontro a maggiori problemi e sconfitte, rispetto ad una gestione più autoritaria e semplificata della situazione.

4) L’INSEGNANTE E LA REALTÀ DEL PROPRIO LAVORO: Ci è sembrato, da docenti, che nel film venisse messo chiaramente in luce anche un aspetto spesso ignorato e non compreso della nostra professione: il coinvolgimento e il rischio di assorbimento e fagocitazione che può comportare per ognuno di noi, fare i conti in maniera non meccanica, ma viva, critica e propositiva con il proprio lavoro, valorizzando e presenziando attivamente in tutte le situazioni in cui è chiamato ad agire ( nel film, forse per la prima volta, vengono rappresentati i nostri ritmi lavorativi in tutta la loro implacabilità: il lavoro serrato e quotidiano in classe, le riunioni tra docenti, gli incontri con i genitori... ). Non a caso, anche l'insegnante lo vediamo solo nella realtà scolastica, che sembra assorbire la maggior parte delle sue energie, fisiche e mentali e questo spiega anche come a volte non sempre riesca a mantenere piena lucidità e controllo della situazione, autocontrollo e giusta distanza (come si vede chiaramente in una scena del film in cui il docente va a chiedere conto, offeso e turbato, direttamente ai ragazzi di una loro rimostranza nei suoi confronti riportata ad un altro docente, e viene di fatto accerchiato e inchiodato da loro. Costretto alla fine ad andarsene per non soccombere in una discussione di fatto ormai completamente orizzontale, l’insegnante si rivolge, incautamente, completamente solo contro i ragazzi: questi, pur attraversati da moltissimi conflitti al loro interno, si compattano solidalmente per metterlo in discussione, facendo di fatto saltare del tutto il principio di autorità… “Se non vi rendete conto che, in quanto docente, ci sono delle cose che io posso dirvi, ma che voi non potete allo stesso modo”.. prova a dire Françoise, sperimentando, nel momento stesso in cui tenta di ribadirla, il limite della sua posizione: è infatti proprio l’accettazione e il riconoscimento di questa asimmetria di fondo, assioma costitutivo nella scuola fino ad oggi, che viene continuamente messo in discussione dagli alunni, facendo vacillare l’istituzione che sceglie, in risposta, di aumentare il suo potere repressivo).

Il rischio di queste situazioni, di questi interventi soggettivi, è stato nuovamente, da alcuni di noi ricondotto alla mancanza di un rapporto con un fuori, che ci permetta di confrontarci, relativizzando, socializzando e contestualizzando il nostro lavoro, allargando la nostra prospettiva ed il nostro punto di vista: un po’ quello che possono rappresentare luoghi come le nostre riunioni....

3) RAPPORTO TRA INSEGNANTI: QUALE COLLEGIALITÀ? QUALI I MARGINI DI INTERVENTO, IL POTERE LE POSSIBILITÀ E LE RESPONSABILITÀ DEL CORPO DOCENTE? : i momenti di confronto tra insegnanti, molti e diversi all’interno del film, sono apparsi a tutti noi problematici e faticosi: i docenti, sembrano scontare una difficoltà di fondo nell'ascoltarsi e nel saper interagire tra di loro, le loro opinioni ed esperienze scolastiche non vengono mai socializzate fino in fondo e ricondotte ad una sintesi (interessante per notare questa distanza, oltre alla conflittualità dei colloqui collegiali, la dfficoltà e scarsa convinzione - quasi formalità- con cui vengono proposti, da un docente all'altro, dei "collegamenti interdisciplinari"). Ancora di più la difficoltà di strategia dei docenti appare nel riuscire a gestire in maniera progressiva e non repressiva un contesto difficile come la scuola di banlieu.

Proprio sotto questo aspetto si può osserare meglio quello che si intende per carattere antiretorico del film, e che veniva ricordato da Dina: è proprio il professore che maggiormente cerca di investire sulla comunicazione e lo stimolo, e di mantenere delle maglie più larghe rispetto a sanzioni e punizioni, che viene di fatto coinvolto nell'episodio più difficile della storia, senza riuscire a modificarne gli esiti, determinati da regolamenti, atteggiamenti, approcci che riflettono la difficoltà (e forse l'impossibilità) della scuola nel poter, da sola, trovare risposte adeguate a situazioni la cui difficoltà riguarderebbe di fatto tutta la società.

Questo aspetto ci è sembrato per noi docenti, decisamente interessante, perché ci spinge ad interrogarci in generale su come si possa praticare una vera collegialità all'interno del nostro lavoro: il fatto che i momenti istituzionali ci siano, non significa che vengano effettivamente riempiti di significato.

Proprio riguardo al ruolo e alla responsabilità dei docenti, si è sviluppato tra noi un confronto tra coloro che proponevano una lettura più deterministica della realtà, dove è il contesto complessivo a fissare il reale margine di intervento del singolo, e altri che invece valorizzavano di più la responsabilità individuale sottolineando che, essendo la scuola portata avanti proprio dai docenti, sono proprio i limiti di questi, la loro gestione repressiva, nel film, a rappresentare l’ostacolo maggiore alla costruzione di una realtà diversa; altri ancora invece, coglievano una situazione più sfumata, in cui all’interno di una forte determinazione del contesto sul singolo intervento, rimangono comunque al docente alcuni margini importanti di libertà. Gli stessi esiti dell'intervento didattico del docente ha riscosso tra noi letture diverse: alcuni hanno sottolineato gli aspetti più disarmanti, come la lettura in piena autonomia della Repubblica di Platone da parte di un’ alunna particolarmente polemica ed aggressiva, che sembra voler denunciare la mancanza di stimoli interni alla scuola, e la loro ricerca altrove ( ma forse, anche qualcosa delle lezioni di italiano, l’ha portata a poter maturare una lettura del genere?) , la disperata confessione finale dell’alunna che sente di “non capire, non aver imparato niente”, l’espulsione dell’alunno più problematico;

altri, pur riconoscendo l’esistenza di sconfitte e fallimenti, notavano che, in termini di costruzione di competenze di base, di possibilità espressive, di valorizzazione di se stessi e di rapporti con gli altri, l’intervento del docente, (che presenta alla fine dell’anno, rilegate le loro autobiografie agli alunni), non cade completamente nel vuoto, ma si presenta come il tentativo faticoso di costruire un confronto reale, una possibilità e un punto di vista con cui gli alunni sono chiamati collettivamente a fare i conti, utilizzando la mente e le parole per motivare in maniera comprensibile, dare forma, al proprio disagio (non solo con le smorfie e le urla, che atterriscono l’insegnante di tecnica fuggito esasperato dall’aula esclamando “Ma alla fine…non siamo mica dei cani…), conoscersi ed ascoltarsi, raccontare se stessi: è insomma, con tutti i suoi limiti, pur sempre la possibilità di uno spazio collettivo di crescita, una possibile educazione alla libertà in un luogo che è insieme antilibertario.



venerdì 21 gennaio 2011

Coordinamento Precari Scuola - Roma - foto e video



Foto 19 gennaio: "Portiamo una sveglia alla FLC!"



I precari della scuola decidono di dare la sveglia alla FLC! Hanno portato una sveglia gigante e tante piccole che hanno fatto suonare all’unisono davanti alla sede nazionale della FLC in via A. Serra.

Sui diritti negati negati non si dorme!
















Il 21 gennaio a Rainews 24, in occasione della scadenza dei termini per presentare ricorso contro la prescrizione delle illegalità commesse anche retroattivamente in campo di diritto del lavoro, garantita dal "Collegato Lavoro", il Coordinamento Precari Scuola viene invitato a parlarne in studio.

mercoledì 19 gennaio 2011

25 - 1- 2011 Assemblea lavoratori studenti Roma

25 Gennaio, 2011 - 17:00
facoltà di matematica-la sapienza

VERSO LO SCIOPERO DEL 28 GENNAIO… ASSEMBLEA STUDENTI-LAVORATORI
Siamo studenti, precari e lavoratori dell'università. Abbiamo partecipato e costruito attivamente le rivolte che, nel nostro paese come in tutta Europa e nel Mediterraneo, stanno segnando questo periodo di profonda crisi economica.
Dopo le grandi giornate di lotta del 14 e del 22 Dicembre pensiamo che la rabbia e la rivolta dei giovani dove puntare ad unirsi, in maniera sempre più continuativa e diretta, alle tante vertenze con cui il mondo del lavoro sta resistendo alla crisi.

I fatti stessi hanno rafforzato le nostre convinzioni. Dopo l'approvazione della controriforma che distrugge l'università e la ricerca pubblica, il Governo e Marchionne hanno sferrato il più grave attacco ai diritti del lavoro che ci sia mai stato nell'Italia contemporanea. L'attacco portato avanti dalla Fiat nei confronti del contratto nazionale di lavoro parla lo stesso linguaggio del processo di smantellamento della formazione e della ricerca pubblica: il linguaggio di un capitalismo in profonda crisi che, per salvare i profitti, comprime salari e diritti, limita le libertà individuali e collettive, smantella lo stato sociale.

Sentiamo quindi l'esigenza di promuovere un incontro tra tutti i lavoratori aderenti al sindacalismo conflittuale (dalla Fiom ai sindacati di base) e gli studenti che sono stati in mobilitazione contro la riforma Gelmini. Non deve essere un momento per ribadire un'astratta, seppur giusta, solidarietà fra diversi settori sociali, quanto piuttosto un confronto per riuscire a capire collettivamente quale significato assume oggi l'attacco padronale e quali piattaforme di resistenza è possibile mettere in campo, a partire dalle rivendicazioni che blocchino l'attuale avanzata regressiva sul piano dei diritti. Confrontiamoci dunque per capire quali potrebbero essere le condizioni comuni per l'apertura di una nuova fase di conflittualità, in un incontro che vede in questo caso protagonisti studenti e lavoratori, ma che mira comunque ad un coinvolgimento di tutti i settori sociali in lotta.

25 GENNAIO ORE 17 FACOLTÀ DI MATEMATICA AULA 1

PARTECIPANO:

OPERAIO FIOM MIRAFIORI, OPERAIO COBAS POMIGLIANO, Sergio Bellavita (seg. naz. FIOM), Vincenzo Miliucci (COBAS Lav. Priv.)

Collettivo di Inchiesta Operaia, Assemblea di Matematica, Fisica in Mobilitazione, Assemblea di Sociologia, Assemblea di Scienze della Terra, Assemblea di Ingegneria, Collettivo di Giurisprudenza, Assemblea di Biologia, Assemblea di Studi orientali

RSU Fiom Gruppo Exprivia, Coordinamento Precari Scuola, RLS coop 29 Giugno, RSU/RLS Fiom engineering It, Operatori Sociali USI, COBAS Policlinico Univ. Sapienza, COBAS Telecom, COBAS Coop. Sociali, COBAS Trambus Open, COBAS Scuola, COBAS Telecontact, COBAS Almaviva, COBAS Sanità', COBAS S. Andrea, COBAS McDonalds, COBAS Poste, Lavoratori Autorganizzati ACI Informatica, COORDINAMENTO LAVORATORI AUTOCONVOCATI: RSU/RLS CUB Telecom, RSU USB inpdap, Rsa FILCAMS Farmacap, Rsu Fiom Elsag Datamat, Rsu Fiom Agile ex Eutelia, Rsa/Rls USI AIT Soc.Coop.Sociale Aspic, Rsa CUB Sirti, Rsa Filcams Pierreci Codess, Rsu Filt ATAC, Coord. Cassaintegrati/CUB Trasporti Alitalia, Rsu/RLS Snater Telecom Sparkle, Rsu Fialtel SSC, Rsu Usi Comune di Roma Biblioteche, Rsu/RLS Filcams Helwett Packard, Rsa USI AIT Comunità Capodarco, Rsu Almaviva Contact, Rsa Filcams Ipercoop Casilino, Rsa CUB Flight Care, Rsu FISAC- Fonspa, Rsu RFI Gruppo FS, Rsu USI AIT Zetema, FIOM Sielte, FIOM Alcatel Alenia, Rsu FIOM Baxter, RLS CGIL Menarini, Rsu Filcams Sistemi Informativi, Rsu Flaica-CUB Auchan, Rsu USB Teatro dell’Opera, Rsu Fiom Finsiel, Rsu Slc Vodafone, Rsu Slc H3G, Rsu Slc Omnia Network, Rsa/Rls Soc. coop. Sociale Obiettivo 2000, Rsa Usi Ait Soc. Coop.Sociale Il Brutto Anatroccolo, Rsa Filcams Sipro, Rsu Fiom Tele Sistemi Ferroviari, Rsa Filcams UTL Mayestic, Cons. Naz Usb Lavoro Privato AMA, Rsu Usb Ares 118, Rsa Filcams One Italia, Rsa Filcams Global Service

VENERDI’ 21 gennaio 2011 CPS Roma partecipa.

VENERDI’ 21 gennaio 2011

ASSEMBLEA CITTADINA presso l’ITIS GALILEI

Via Conte Verde, 51 (nei pressi della fermata Metro A: Manzoni)

indetta dal Coordinamento dei lavoratori, studenti e genitori delle scuole secondarie di Roma


con le seguenti modalità:

dalle 16.00 alle 18.00

ASSEMBLEE SEPARATE

della scuola primaria e della scuola secondaria per affrontare le tematiche specifiche



dalle 18.00 alle 19.00

ASSEMBLEA CONGIUNTA

per concordare azioni comuni (partecipazione manifestazione del 28 gennaio,raccolta firme petizione contro finanziamento scuole private e .....)

domenica 16 gennaio 2011

19 gennaio 2011 portiamo una sveglia alla FLC


SCIOPERO DI SCUOLA e UNIVERSITA’
SE NON ORA, QUANDO?
L’autunno del 2010 è stato caratterizzato da una fortissima mobilitazione dei precari di Scuola ed Università e degli studenti medi ed universitari. Di fronte all’aggravarsi del processo di privatizzazione del comparto dell’Istruzione messo in atto dal Governo, la protesta spontanea di tutte le componenti del settore della conoscenza non si è mai arrestata. Dagli scioperi della fame alle occupazioni studentesche, alle lotte dei precari della ricerca, sino alla resistenza manifestata dai docenti in molti istituti, che si è esplicata in diverse città col contrasto alla sperimentazione sul merito e nel rifiuto delle gite scolastiche.


Da anni il mondo della Formazione chiede a gran voce l’indizione di
uno sciopero generale unitario per contrastare le nefaste politiche di tagli e privatizzazione in atto. Come precari della scuola stiamo subendo un ulteriore attacco che si sta concretizzando nel tentativo di eliminare le graduatorie che conduce verso l’approfondirsi del processo di regionalizzazione della scuola.
L’attacco rivolto da Marchionne e dalla Fiat ai metalmeccanici, inoltre, ha una valenza di carattere generale poiché, minando le basi della Contrattazione Nazionale, si estenderà inevitabilmente a tutti i settori, compreso il comparto pubblico ed in particolare alla Scuola e all’Università, nelle quali è in atto già da tempo un processo di indebolimento della contrattazione nazionale ed una crescente parcellizzazione ed individualizzazione del rapporto tra lavoratore e Amministrazione Pubblica.

Per questi motivi il 28 gennaio sciopereremo e manifesteremo pubblicamente per contrastare l’attacco di Marchionne a i lavoratori, ma anche e perché riteniamo sia fondamentale collegare questo problema con la difesa dei nostri diritti, della Scuola e dell’Università Pubblica.

Non comprendendo le ragioni per cui la Flc non ha ancora proclamato lo sciopero, eludendo le istanze di studenti, precari e di molti altri settori che in questo periodo si sono mobilitati, e che la Flc-Cgil ha dichiarato più volte pubblicamente di sostenere, invitiamo tutte queste componenti, e tutti coloro che ritengono essenziale generalizzare la giornata di sciopero del 28, ad unirsi a noi per portare alla Flc la richiesta di indizione di uno sciopero di categoria per il 28 e di sollecito sul confederale per uno sciopero generale, in alternativa a tutte quelle iniziative frammentarie che non rispondono a quell’esigenza di unità e determinazione nella lotta che da tutte le componenti del mondo della formazione emergono con forza.

Portiamo tutti una sveglia!
19 Gennaio ore 16.00 via Leopoldo Serra (Trastevere)
Coordinamento Precari Scuola - Roma
movimentoinsegnantiprecari@libero.it

venerdì 7 gennaio 2011

Alla CGIL-FLC 2023, il libro di storia.

Nel 2023, i libri di storia della scuola che abbiamo costruito con la lotta, riferiranno la storia degli ultimi, degli sfruttati; la storia di coloro che hanno lottato realmente per difendere l’istruzione pubblica e i diritti di tutti i lavoratori; racconteranno la storia di quelli che hanno messo in campo tutti gli strumenti a loro disposizione per rispondere alla miseria materiale e culturale che il potere offriva.

Nel 2023, i libri di storia racconteranno la storia della FIOM, della sua fermezza nel difendere i progressi compiuti dagli individui, della sua ostinazione di fronte all’arrogante tentativo di cancellare il contratto nazionale dei lavoratori; parleranno della sua resistenza di fronte a chi aveva la presunzione di dichiarare sorpassati diritti inalienabili in nome della stesso mercato che aveva portato alla crisi, mostrando il suo fallimento. In quei libri, si parlerà del ricatto lavorativo a cui erano stati sottoposti migliaia di lavoratori, per cui solo la FIOM aveva rappresentato concretamente una possibilità di vittoria, di fronte a chi vaneggiava lavoro senza diritti. Nel 2023, nei libri di storia si dirà della FIOM come dell’unica categoria in grado di offrire un po’ di credibilità ad un sindacato, la CGIL, che aveva perso la bussola del futuro, che non aveva resistito alle sirene di chi farneticava di una modernità arcaica in nome del solito profitto per pochi e di un presunto nuovo capitalismo.

Nel 2023, nei libri di storia della scuola che abbiamo costruito con la lotta si parlerà della FIOM, ma nessun libro parlerà della FLC; probabilmente, qualcuno ne ricorderà l’occasione mancata, ne deplorerà la sua arrendevolezza di fronte ad un governo che la voleva debole, ne evidenzierà l’incapacità di mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione per fronteggiare il tentativo di distruggere la scuola pubblica, la sua laicità, la sua gratuità, il suo essere unico strumento per combattere le disuguaglianze e impedire la stagnazione sociale, ne sottolineerà la sua incapacità di incidere dentro le scuole per impedire le diffuse illegalità e le inefficienze che favorivano modelli di scuola privatistici. Nei libri di storia del 2023 si parlerà, soprattutto, di come il movimento degli studenti e degli insegnanti era stato lasciato solo nella lotta; studenti e insegnanti più volte avevano chiesto lo sciopero generale per difendere l’istruzione pubblica, per difendere la scuola e l’università, ma qualcuno ormai lo aveva considerato un totem, uno strumento di lotta tutto interno all’organizzazione. Anche lo sciopero a quell’epoca stava per essere bandito. Come i diritti era considerato uno slogan. Nel 2023, i libri di storia della scuola che abbiamo costruito con la lotta non parleranno della FLC, ma soltanto delle migliaia di studenti e di precari che con la lotta hanno tentato con le unghie e con i denti di difendere l’istruzione pubblica.

Il 2023 è ancora lontano e la storia che ho raccontato si può riscrivere insieme, se ognuno lotta con tutti gli strumenti che possiede. Come insegnanti precari non chiediamo solo lo sciopero generale, ma, soprattutto, chiediamo alla FLC di prepararlo insieme all’interno delle scuole e delle università, per innescare un reale meccanismo di partecipazione di studenti e insegnanti. Non possiamo lottare per il cosiddetto futuro senza dare significato a questa parola, senza avere la lungimiranza di provare ad immaginarlo il cosiddetto futuro, iniziando a costruirlo ora.

Coordinamento precari scuola-Roma


giovedì 6 gennaio 2011

Estendiamo lo sciopero del 28 gennaio in tutti i settori

Estendiamo lo sciopero del 28 gennaio in tutti i settori, a partire dalla scuola, sono in ballo i diritti di tutti i lavoratori.

Con l’accordo firmato dalla fiat, da cisl e uil ed altri sindacati asserviti alle logiche di Marchionne il 23 dicembre ci troviamo di fronte all’ennesimo tentativo di eliminare i diritti dei lavoratori, a partire dal diritto di sciopero, di calpestare completamente i diritti sindacali, la costituzione e la democrazia nei posti di lavoro in nome dell’unico diritto consacrato negli ultimi anni: quello delle aziende di realizzare i profitti eliminando ogni ostacolo possibile alla realizzazione di quest’unico fine. Invece di migliorare le condizioni di lavoro anche nei paesi sottosviluppati, estendendo i diritti a tutti i lavoratori, si utilizza la cosiddetta globalizzazione per livellare verso il basso i diritti conquistati ed acquisiti.

Anche i lavoratori del settore pubblico, a partire dalla scuola e dall’università, stanno subendo da anni un attacco analogo, che si concretizza nei tagli, nella precarizzazione crescente del personale, nel blocco degli scatti di anzianità, nell’immiserimento della qualità dei saperi trasmessi e nel più generale attacco all’essere pubblico dell’istruzione; il tutto inserito in una logica complessiva di privatizzazione della scuola che è in atto da molti anni.

Di fronte ad un attacco complessivo ai diritti dei lavoratori in tutti i settori, al fine di contrastare efficacemente un’offensiva verso i diritti conquistati in anni di lotte, il coordinamento precari scuola di Roma richiede a tutti i sindacati del settore che si oppongono alle ristrutturazioni aziendali imposte da Marchionne e dal Governo e sostenute da cisl e uil e da componenti significative dell’opposizione parlamentare, di convergere sullo sciopero del 28 Gennaio indetto dalla Fiom e di generalizzarlo, estendendolo a tutti i settori, a partire da quello di nostra competenza.

Coordinamento precari scuola-Roma