lunedì 23 marzo 2015

12 Aprile Assemblea Nazionale di tutto il mondo della Scuola

Al violento attacco alla Scuola Pubblica al quale stiamo assistendo in queste settimane non possiamo rimanere indifferenti. Urge invece una reazione altrettanto radicale e decisa, una reazione forte, immediata, strutturata, perché non possiamo permettere questa devastazione di quello che noi, insegnanti,di ruolo e precari, impiegati, collaboratori, studenti e genitori realizziamo con impegno, fatica e passione tutti i giorni.
La Scuola Pubblica così come la conosciamo, un diritto costituzionale, per tutti e di tutti, luogo libero ove fare cultura, laica, democratica, inclusiva, gratuita, senza accentramento di poteri, legata a doppio filo al concetto di stato di diritto, vettore di principi di onestà, rispetto e avulsa da logiche di competizione e di sfrenata meritocrazia, questa nostra scuola da domani non esisterà più, se il DDL promosso dal governo Renzi sarà approvato.
Non esiste emendabilità alla controriforma della “Buona Scuola”, nulla in quel testo può essere avallato in cambio dell’accettazione del resto, nessuna stabilizzazione di precari e nessun bonus ai docenti vale l’accettazione di regole al ribasso, cancellazione di diritti e applicazione di principi neoliberisti come la flessibilità, il Jobs Act, il dirigente sceriffo, rischio clientelismi, entrata del privato e aziendalizzazione della scuola. Lo specchietto per le allodole della stabilizzazione dei precari sta finalmente mostrando il suo lato vuoto e diabolico: assumere solo chi si è costretti (iscritti Gae), rimandare la palla oltre il muro per altri (idonei concorso e docenti con più di 36 mesi di servizio), gettare tutto in mare per i restanti (abilitati, Tfa, Pas, III fascia), lasciando loro le briciole e un concorso in cui scannarsi ancora, forse definitivamente.
Ogni attore della Scuola ha di fronte a sé validissimi motivi per rifiutare la pseudoriforma renziana, dal precario ricattato e illuso se non cacciato, dall’insegnante di ruolo che perderà radicalmente libertà, certezze e stabilità, anche economica, al collaboratore ignorato dalla riforma, allo studente definitivamente immerso nella mentalità Invalsi, nelle logiche aziendali e che saluterà la continuità scolastica dei suoi insegnanti, al genitore che vedrà la scuola divenire sempre di più un servizio per clienti, non più diritto per cittadini.
A questo attacco inaccettabile noi proponiamo un percorso diverso, nel rispetto della Costituzione, una diversa proposta di legge (la LIP, Per una Buona Scuola per la Repubblica), l’applicazione di regole propedeutiche alla idonea applicazione della Lip, nonché alla stabilizzazione completa dei precari (ritiro tagli Gelmini, diminuzione alunni per classe, ritiro controriforma Fornero sulle pensioni), un differente percorso per la stabilizzazione presente e futura dei precari, tutti gli attuali e a scorrimento nel prossimo futuro.
Per tutte queste ragioni, convochiamo una

ASSEMBLEA NAZIONALE DI TUTTO IL MONDO DELLA SCUOLA
domenica 12 aprile 2015 a Roma (luogo da definire)
con il seguente programma
Dalle 10 alle 13:  Rifiutiamo la Cattiva Scuola di Renzi, meglio la Lip!
Dalle 14 alle 18: Pomeriggio Precario (dignità e lavoro per tutti)

Un’assemblea che sia l’inizio di una grande mobilitazione dal basso, un percorso di lotta unitario, al di là delle varie appartenenze sindacali, che inizi appunto con l’indizione dell’assemblea nazionale di tutti i lavoratori della scuola contro la pseudoriforma governativa, con particolare declinazione sul mondo precario, al quale dedicheremo l’intero pomeriggio del 12, che passi attraverso la partecipazione alle varie ulteriori manifestazioni contro la “Buona Scuola” e che confluisca nella richiesta forte di indizione di un grande sciopero generale e unitario della scuola, da considerare come adeguata risposta forte e unitaria al progetto renziano.
La piattaforma su cui l’assemblea lavorerà, che include e assorbe in toto quella stabilita all’unanimità dal popolo precario in presidio il 17 marzo scorso, sarà la seguente:

1- Ritiro della riforma Buona Scuola, una pseudoriforma non emendabile, che vediamo come l'ennesimo tentativo di fare cassa ai danni della scuola pubblica, una limitazione di diritti dei dipendenti pubblici che procede parallelamente al Jobs Act e al passaggio di un più ampio progetto di meritocratica privatizzazione dei diritti costituzionali e dello stato sociale
2 - Sostegno alla Lip (ora Ddl 1583 al Senato e 2630 alla Camera) che, in contrasto radicale con la controriforma di Renzi prevede: l’investimento nella scuola del 6% del Pil nazionale (in linea con quanto in media investono i paesi UE); l’obbligo scolastico a 18 anni; il ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato, classi di non più di 22 alunni (numero che diminuisce in presenza di alunni con disabilità); l’abrogazione della “riforma” Gelmini; una scuola finanziata interamente dallo Stato per evitare la creazione di scuole di serie A e B, la garanzia della libertà di insegnamento.
3 - Rispetto della centralità della libertà dell’insegnamento e del dibattito a scuola, poiché la scuola è il luogo della formazione culturale e civile dei cittadini futuri. L’ingresso di capitali, interessi e di discutibili pratiche di tirocinio in imprese private è poco utile al processo educativo degli alunni e si delinea come potenzialmente dannoso agli equilibri di gestione interna delle scuole e, ancor più grave, alla libertà di insegnamento
4 - Aumento sostanziale del numero di cattedre (per eliminare qualsiasi giustificazione alla creatura renziana dell’organico funzionale con strapotere dei dirigenti) tramite: cancellazione dei tagli della pseudoriforma Gelmini e diminuzione numero alunni per classe (come già indicato nel punto 2); cancellazione controriforma Fornero sulle pensioni.
5 - Immissioni in ruolo completa oltre le promesse mancate del governo (quindi tutti i 148 mila precari delle GAE , tutti quelli delle GI che hanno maturato i 36 mesi di servizio, che oggi sono tagliati fuori, gli idonei  ultimo concorso) da farsi entro Settembre 2015, attraverso un Decreto legge specifico al di fuori di qualsivoglia pesudoriforma o un c.d. Decreto Interministeriale emanato dal MIUR di concerto con il Ministero dell’Economia e Finanze che faccia seguito a disposizioni di legge idonee. Tali immissioni in ruolo da effettuarsi senza condizionarle all’accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti noto, le assunzioni dei precari in GAE e di quelli che hanno maturato 36 mesi di servizio non sono un regalo del governo, ma il frutto delle lotte condotte negli anni dai precari e della sentenza della Corte di Giustizia europea.
6 - Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, il che vuol dire ripristino degli scatti di anzianità soppressi, riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni assurda ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché di demansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso “affini” e su differenti posizioni lavorative (docenti assunti nelle posizioni degli ATA).
7 - Stabilizzazione graduale dei precari recentemente abilitati tramite percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione, attualmente in II fascia d’istituto, con istituzione di una nuova graduatoria provinciale degli abilitati (da cui attingere, a scorrimento, per le immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali).
8 - Istituzione di graduatorie dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.


Lavoratori Autoconvocati della Scuola


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