NO ALLE PROVE INVALSI
SI AL RIFINANZIAMENTO DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE
Anche quest’anno tra docenti, tra genitori e studenti/esse
si discute e ci si oppone alla somministrazione delle prove invalsi. Non si
tratta di un rituale di primavera ma di una delle forme di resistenza contro il
progetto
di una scuola che non sarà più quella pubblica statale uguale per
tutti/e.
Vogliono dividere le scuole in meritevoli e non di
finanziamenti per meglio giustificare i tagli, dividere i docenti per
asservirli come in quelle private, schedare gli/le studenti/esse per
controllarli e selezionarli nei loro percorsi di studio.
Quest’anno sono
ancora più evidenti i motivi per boicottare
le prove.
Il governo uscente ha approvato l’8 marzo il regolamento sul sistema nazionale di
valutazione, che si regge su invalsi, indire e ispettori. Esso dà all’invalsi il ruolo di
definire i parametri in base ai
quali individuare le istituzioni da
sottoporre a valutazione esterna e a piani di miglioramento che spingeranno le scuole a modificare e omologare le
loro modalità di funzionamento e le
loro pratiche didattiche, a concorrere
per raggiungere un supposto merito ottenuto attraverso i test.
Parallelamente, la legge di stabilità ha stabilito che
nel 2014 i fondi alle scuole dipenderanno dai risultati di “qualità” (e nel
frattempo gli unici fondi non tagliati ma aumentati quest’anno sono stati
quelli alle scuole private). L'urgenza, evidentemente,
non è quella di rifinanziare la scuola dopo anni di tagli e licenziamenti di massa, ma di proseguire sulla strada dell'aziendalizzazione e della
privatizzazione.
COME DOCENTI
NON POSSIAMO STARE A GUARDARE
Mettiamo in
pratica le possibili forme di BOICOTTAGGIO dei test invalsi:
A
chi ci vuole ridurre a sorveglianti e addestratori, rispondiamo riprendendoci
la dignità.
Ø
Non esiste a tutt’oggi una norma che ci obblighi
a somministrare e correggere le prove.
Anche se le pressioni della dirigenza sono spesso
pesanti, nei collegi abbiamo il diritto di esprimerci sulla somministrazione dei
test durante le ore di lezione e di rivendicare la nostra libertà di insegnamento.
Possiamo scioperare nei giorni delle prove in
particolare se siamo in orario
nelle classi coinvolte o scelti come somministratori.
Ø
Rifiutiamoci ovviamente di correggere le prove.
In caso di illegittimi ordini di servizio o
addirittura di reiterazioni degli stessi dopo il nostro rifiuto chiediamo il
rispetto del nostro contratto di lavoro, anche
rivolgendoci alle organizzazioni sindacali disposte a sostenerci.
Ø
Collaboriamo con i
genitori che nei giorni delle prove non manderanno i/le
bambini/e a scuola. Impegniamoci a pubblicizzare e a sostenere nei municipi in
cui viviamo o lavoriamo le iniziative da loro organizzate per i giorni delle
prove (come quelle dei genitori dell’i.c.
di via ferraironi (ex iqbal- pisacane) di centocelle al casale garibaldi per i
giorni 7 e 10 maggio e dei genitori del comitato no invalsi del quarto
municipio).
Ø
Prendiamo posizione nelle nostre scuole contro eventuali
tentativi di ritorsione verso gli/le studenti/esse che vorranno esprimere la
loro opposizione (per esempio, rifiutando di
sottoporsi alle prove e consegnandole in bianco, come avvenuto l’anno
scorso).
Studiamo insieme le iniziative per impedire
l’inserimento dei test negli esami di stato del quinto anno previsto per il
2015 e chiederne l’eliminazione dall’esame di terza media.
Ø
Confrontiamoci e vigiliamo, anche dopo le prove,
sulle trasformazioni che stanno investendo la scuola e organizziamoci per
impedire che negli anni a venire il sistema di valutazione vada a regime.
Il Coordinamento
precari scuola Roma aderisce allo
SCIOPERO
indetto
dai sindacati cobas, usb, cub e unicobas per i giorni delle prove:
7 MAGGIO (scuola primaria), 14 MAGGIO (scuole
medie) e 16 MAGGIO (scuole superiori)
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