mercoledì 1 dicembre 2010

LA VERA CONFERENZA DI GIANFRANCO FINI AL LICEO ORAZIO DI ROMA (vista dagli studenti)

Segnaliamo dalla pagina facebook di una studentessa del liceo Orazio di Roma. A chi pensa o dice che gli studenti sono manovrati, sono inconsapevoli, sono strumentalizzati, le parole di questa studentessa possono far capire quanto si tratta di convinzioni erronee. Una voce che ci spinge ancora una volta a lottare con gli studenti per una scuola pubblica di qualità.


"Vorrei denunciare qui l'accaduto VERGOGNOSO di oggi. Sono una studentessa del Liceo Orazio di Roma. Oggi 6 dicembre 2010 il presidente della camera Gianfranco Fini ha tenuto una conferenza presso la mia scuola, organizzata per una commemorazione dei 150 anni della costituzione italiana. I giornalisti presenti (che tra l’altro, non sarebbero nemmeno dovuti entrare visto che era un’ASSEMBLEA STUDENTESCA, chiusa alla stampa) hanno riportato solo parzialmente ciò che è stato detto con una noncuranza che fa riflettere. Vi riporto dunque qui i punti salienti della conferenza, che ho documentato passo passo, avendo portato all’assemblea il mio computer, per poter fare una ricostruzione COERENTE. Alla cattedra dell’aula magna del liceo il preside Massimo Bonciolini, il rappresentante alla consulta (lo studente che ha spinto per l’organizzazione di tale conferenza) e Fini. Di fronte, un microfono del tg1. Ingenuamente ho pensato che forse le nostre domande sarebbero state riportate da qualche giornalista: un modo per dimostrare come noi stiamo vivendo le proteste, nonostante non siamo nè fuoricorso né frequentanti dei centri sociali; per dimostrare come avere 18 anni e vivere in Italia non significhi essere dei poveri ignoranti nonostante non si abbia un punto di riferimento per la formazione politica. Il presidente Fini ha esordito dicendosi pronto al dialogo e ha dichiarato “più sono cattive le domande, più mi diverto, rendiamo pepata questa giornata!”. Ha poi cominciato a descrivere quali sono i ruoli del Parlamento e la sua importanza dicendo: “Il parlamento è la quintessenza della democrazia, non esiste un governo senza un parlamento funzionante ed efficiente. Se democrazia vuol dire governo del popolo, il parlamento è la sede in cui la volontà popolare è rappresentata.” Segue un breve racconto sulla storia della nascita del diritto di voto. Prosegue: “ Oggi il parlamento è il luogo della massima rappresentanza popolare. Il primo scopo è indirizzare l’azione di governo,il secondo di controllare l’azione di governo, il terzo legiferare e il quarto, un compito aggiunto da poco, accordare la legiferazione nazionale con quella europea.” E ancora: “Siamo una democrazia in cui il ruolo diretto dei cittadini si esplica con il referendum, che però può comportare solo la cancellazione di una legge e non proporla. Oggi si discute molto sulla possibilità di cambiare il sistema. Una democrazia oggi deve essere tanto rappresentativa quanto governante. Il tempismo di una qualsiasi decisione a volte è importante quando la bontà della decisione. “ Questa la parte citata dalla maggioranza dei giornalisti, che io ho scritto con precisione, parola per parola: “Siamo in una fase post-ideologica, non siamo più nell’epoca di scontro fra ideologie. Vi sono idealità e visioni diverse ma siamo in una fase in cui conta molto la credibilità della persona. Oggi si valutano valori, fatti, contenuti ma si scelgono le persone. Si legge spesso sui giornali riguardo polemiche e momenti di tensioni. Non c’è da meravigliarsi, sono fenomeni deprecabili, ma non nuovi. Qualche volta scatta qualche parola di troppo, ma questa è una costante del dibattito parlamentare. Il rispetto però deve essere fondamentale: per le regole e per gli altri. Rispettare le opinioni altrui, il ruolo del parlamento e le regole con cui il parlamento legifera.”

Dopo questo excursus riguardo il Parlamento, il presidente si è dichiarato disponibile al dibattito con gli studenti, dandoci quindi la disponibilità di fare delle domande. Ovviamente noi eravamo tutti ansiosi di ottenere il confronto verbale e, in particolare, di chiedere pareri, delucidazioni e ovviamente provocare in merito alla riforma universitaria. Avendo partecipato come scuola alle varie proteste ed essendo tutti studenti del quinto anno, dunque in procinto di una scelta universitaria, ci sentiamo più che mai chiamati in causa in questo momento di agitazione ed eravamo oggi totalmente motivati ad esprimerci. Purtroppo nel corso delle domande, si è intromessa una consigliera municipale e, a seguire, un altro consigliere del quarto municipio (ovviamente Pdl). Hanno rubato tempo alle nostre domande, introducendo argomenti del tutto estranei al contesto e allo spirito del dibattito con un’arroganza vergognosa, trasformando quello che doveva essere un momento di crescita ma anche di visibilità per noi studenti, sempre più bistrattati, sempre meno ascoltati, in una vetrina di partito. Mi sono appropriata del microfono, interrompendo i due per ricordare che questa era un’assemblea STUDENTESCA e in quanto tale, dedicata al solo intervento degli studenti. Le acque si sono dunque calmate e noi abbiamo proseguito con le nostre domande. Non abbiamo potuto chiedere tutto ciò che volevamo perché ci era stato rubato troppo tempo e il presidente aveva un altro impegno. Con questo resoconto volevo esprimere lo sdegno che mi hanno suscitato quei due personaggi nonché i giornalisti che hanno riportato esclusivamente il loro intervento. I media italiani SONO RIDICOLI. Designano gli studenti come IGNORANTI e FACINOROSI, come se non sapessimo cosa significa essere dei veri studenti. Come possiamo dimostrare chi siamo e quanto valiamo, se non veniamo ascoltati? Come possiamo lottare per il nostro futuro in maniera civile e pacifica, con la cultura ed il dialogo, se non veniamo considerati? Si fa una riforma per gli studenti e non si ascoltano gli studenti. Si parla degli studenti senza vedere tutto ciò che di buono giornalmente viene prodotto, scritto, elaborato dagli studenti. Nessuno legge, nessuno pubblica, nessuno stampa, nessuno ascolta. E allora noi GRIDEREMO e scriveremo ancora di più che questo paese ci sta stretto, che questi episodi ci fanno vergognare ma non ci spengono. I giornalisti non parlano di ciò che abbiamo fatto? Lo faremo noi, scriveremo a tutti e faremo in modo che leggano più persone possibili. Anche se non è il nostro compito, anche se io non sono una giornalista e non so come si fa. Ci tarpano le ali…Ma noi possiamo inventare nuovi modi per volare. Questo doveva essere pubblicato da tutti i giornalisti che hanno documentato la conferenza. Questo: per dimostrare che non siamo ignoranti, che non accettiamo passivamente quest’Italia qui, schifosa. Che vogliamo un futuro e stiamo facendo di tutto per ottenerlo. Ma d’altronde il microfono del tg1 è stato levato proprio dopo che i due consiglieri avevano detto la loro. La dichiarazione che volevano l’avevano ottenuta. E di ciò che avevano da dire gli studenti, in fondo…poco importa.

(V. S., Liceo Classico Orazio)

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