martedì 30 ottobre 2012

Sintesi dei motivi ricorso avvocato Nobile

-->
Come ogni atto amministrativo, anche il bando di concorso può essere sottoposto al vaglio del Giudice Amministrativo (T.A.R. Tribunale Amministrativo Regionale) per chiederne l’annullamento nel caso in cui siano presenti vizi di legittimità. I vizi dell’atto amministrativo presi in considerazione dal Giudice Amministrativo sono sostanzialmente tre: incompetenza, eccesso di potere, violazione di legge. 

Nel caso in cui il TAR, su richiesta degli aventi interesse accerta che un atto amministrativo presenta anche uno solo dei vizi predetti procede ad annullare l’atto amministrativo. L’annullamento inficia l’atto amministrativo ab origine nel senso che è come se l’atto amministrativo non fosse mai stato emesso, con la conseguenza che tutti gli eventuali atti amministrativi di cui l’atto annullato è presupposto vengono a cadere. Quindi se viene annullato il bando di concorso, tutti gli atti conseguenti (prove, graduatorie, ecc.) vengono annullati.

Nel caso che ci interessa, esaminando il bando di concorso “indizione dei concorsi a posti e cattedre, per titoli ed esami, finalizzati al reclutamento del personale docente nelle scuole dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado” (Decreto Ministeriale n. 82 del 24/9/2012) si riscontrano alcuni vizi di legittimità (sotto il profilo della violazione di legge e dell’eccesso di
potere).

Per tale ragione è stato predisposto un ricorso al TAR del Lazio per chiedere l’annullamento, previa sospensione, del bando di concorso indetto con il citato DM 82/2012.

I motivi di ricorso, in sintesi sono i seguenti: 

I
E’ illegittimo bandire un concorso in presenza di una graduatoria ancora valida di un precedente concorso. Il Consiglio di Stato ha recentemente statuito che è illegittima la delibera con la quale una P.A. indice un concorso pubblico, piuttosto che utilizzare una graduatoria di un precedente concorso per la copertura dei posti banditi, nel caso in cui la stessa graduatoria sia stata in precedenza utilizzata per la copertura di altri posti e la scelta di procedere per gli ulteriori posti con un nuovo concorso non trovi alcuna ragionevole giustificazione, ponendosi in contrasto con il già avvenuto utilizzo della graduatoria. Inoltre l’Amministrazione deve sempre motivare la determinazione di indire un nuovo concorso, dando conto, tra l’altro, delle ragioni dei soggetti utilmente collocati in graduatoria e del sacrificio loro imposto. Nel caso in esame non c’è alcuna motivazione nel bando circa la necessità, appunto, di procedere a un nuovo concorso in presenza di graduatorie ancora efficaci e di fatto utilizzate per le immissioni in ruolo. 

II
Secondo l’art. 97 della Costituzione la pubblica amministrazione deve agire con efficienza ed imparzialità. Pertanto escludere senza motivo da un concorso alcune categorie di soggetti rispetto ad altre viola questo basilare principio costituzionale. L’esclusione degli insegnanti di ruolo (con contratto a tempo indeterminato) viola tale principio. 

III
Viola il principio suddetto di imparzialità l’esclusione di alcuni soggetti solo perché hanno conseguito la laurea dopo una certa data. 

IV
Viola il principio di efficienza l’impegno di spesa derivante dal concorso (commissioni, materiale, spese vive, ecc.) in assenza di una valida motivazione (vedi punto I) 

V
Viola la legge imporre il superamento di un punteggio nel test preselettivo pari a 35/50 (7/10) invece che 30/50 (6/10). 

VI
E’ discriminatorio (art. 97 Cost.) escludere dal concorso i docenti di sostegno in quanto considerati inseriti non in una classe di concorso autonoma ma in un elenco aggiuntivo. 

VII
L’atto preliminare con il quale sono stati individuati i posti da mettere a concorso non tiene conto dei dati numerici relativi ai pensionamenti. Non c’è corrispondenza e proporzione tra i pensionamenti e i posti messi a concorso.

domenica 21 ottobre 2012

No Monti Day

Siamo lavoratrici e lavoratori della scuola, maestre e maestri, docenti di varie materie e di sostegno per le persone con disabilità; lavoriamo da anni nella scuola pubblica con contratti a tempo determinato, i più fortunati assunti a settembre e licenziati a giugno, molti altri con contratti di una settimana, quindici giorni, un mese, su due o tre scuole contemporaneamente, distanti  tra loro decine e decine di chilometri; siamo quasi un terzo di tutto il personale della scuola pubblica, senza di noi le scuole non potrebbero aprire, né garantire in modo decente un diritto fondamentale per tutte e tutti come è quello all'istruzione;
ci siamo formati con anni di studio all'università: prima la laurea, poi la SSIS (per i docenti della scuola secondaria; la laurea abilitante in Scienze della formazione primaria, invece, per i docenti di scuola primaria) o i concorsi abilitanti del ’90 o del ’99, poi, ancora, i master e in alcuni casi il dottorato di ricerca;
ci siamo formati con anni di esperienza sul campo a scuola, in classi sovraffollate che ignoravano le più elementari norme di sicurezza, in situazioni di disagio sociale, nelle scuole in carcere, nei paesi di montagna o nelle periferie delle metropoli; abbiamo lottato contro i tagli alla scuola imposti dal governo Berlusconi (8 miliardi di euro, 130mila di noi sono stati licenziati definitivamente: il più grande licenziamento di massa della storia repubblicana);
oggi subiamo l'offesa del governo Monti, che vuole sottoporci ad una ulteriore procedura concorsuale per dividerci e “selezionare” tra noi i pochissimi “meritevoli” che potranno accedere ad un lavoro stabile, delegittimando e snobbando le graduatorie; oggi i “tecnici” ci irridono, togliendoci posti di lavoro e riconvertendo i docenti in esubero su cattedre di discipline in cui non sono abilitati (o persino sul sostegno!); oggi ci troviamo a fronteggiare un governo che, in continuità con il precedente, pensa di ridurre le scuole pubbliche ad aziende, con la legge Aprea-Ghizzoni, una legge bipartisan PDL-PD-UDC che svuota di senso gli organi collegiali democratici e introduce i privati nella gestione degli istituti, aprendo la strada a una selezione del personale e degli interventi didattici funzionale alle esigenze delle aziende del territorio; oggi siamo chiamati a lottare contro la proposta di aumento dell'orario di lavoro a parità di salario che il governo Monti pensa di poter imporre nelle scuole, aggravando il problema della precarietà, squalificando ulteriormente la didattica, sottraendo un ulteriore miliardo di euro alla scuola pubblica.
Avvertiamo l'esigenza di scendere nuovamente in piazza insieme agli altri lavoratori e lavoratrici e insiema ai cittadini tutti i cui diritti sono usurpati da questo governo "tecnico" con la riforma delle pensioni, l'abrogazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la privatizzazione selvaggia di beni comuni quali la sanità l'istruzione, l'acqua e l'ambiente; per questo saremo presenti con uno spezzone della scuola alla manifestazione NO MONTI DAY del prossimo 27 ottobre; in passato ci hanno divisi tra precari del Nord e del Sud, tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato; ora vorrebbero mettere i precari “storici” contro i “giovani”… Ma di fronte alle nuove minacce, noi siamo e restiamo, tutti insieme
PRECARI UNITI CONTRO I TAGLI

martedì 16 ottobre 2012

Assemblea coordinamento scuole di Roma

-->
Ø Netto rifiuto delle politiche di tagli alla scuola pubblica compiute negli ultimi anni avallate e portate avanti dall'attuale Governo (solo la spending review ha sottratto alla scuola 200 milioni di euro).



Ø Decisa opposizione al ddl 953 (ex Aprea) che pone fine al processo di partecipazione e gestione democratica della scuola pubblica statale tramite lo smantellamento degli organi collegiali e tramite l’apertura ai privati nella gestione della scuola pubblica.



Ø Prosecuzione delle lotte dei precari contro il concorso truffa, espediente unicamente propagandistico volto a mascherare i tagli e la mancanza di qualsiasi piano di assunzione a tempo indeterminato sui posti vacanti e disponibili (appena 11.000 posti messi a concorso a fronte di 120.000 posti vacanti e liste di precari che raggiungono ormai le 200.000 unità).



Ø Opposizione al piano di accorpamento degli istituti, che significa di fatto nuovi tagli al personale e attacco al diritto allo studio (sono migliaia le scuole soppresse).



Ø Un netto NO alla legge del governo sulle pensioni che prevede l'allungamento dell'età lavorativa oltre i 67 anni, che lede i diritti dei lavoratori e che impedisce ai precari “storici” e alle nuove generazioni l’ingresso nella scuola.



Ø Netto rifiuto dell'aumento dell'orario di lavoro dei docenti, prospettato dal governo Monti nella manovra finanziaria, che comporterebbe un ulteriore taglio alla scuola di 1 miliardo di euro, il licenziamento di oltre 30mila precari, l'aumento del carico di lavoro dei docenti a parità di salario (con il solo contentino, non chiesto da nessuno, dell'aumento delle ferie) e un conseguente impoverimento della didattica.

Discuteremo delle mobilitazioni della scuola rispetto all'aumento dell'orario di lavoro, alla legge Aprea-Ghizzoni e al concorso e della costruzione di uno spezzone della scuola alla manifestazione nazionale NO MONTI DAY che si terrà a Roma il prossimo 27 ottobre.


Assemblea del coordinamento delle scuole di Roma
venerdì 19 ottobre
 ore 16,30 presso
l'ISTITUTO COMPRENSIVO DI VIA GIUSEPPE MESSINA, 51.

Il luogo e' raggiungibile a piedi dalla fermata metro A Subaugusta. 


Coordinamento cittadino delle scuole di Roma

sabato 13 ottobre 2012

Video manifestazione 12 ottobre

video_14112644.shtmlhttp://www.tmnews.it/web/sezioni/videonews/20121012_video_14112644.shtml

Partecipazione del Coordinamento Precari Scuola di Roma allo sciopero Flc-Cgil del 12 ottobre e contestazione al PD

-->
Il Coordinamento Precari Scuola di Roma ha aderito allo sciopero di oggi, 12 ottobre, indetto dalla Cgil Scuola. Il CPS, che si batte da tempo contro le politiche di tagli alla scuola pubblica attuate negli ultimi anni, proseguite e rafforzate dall’attuale Governo Monti, e che sta portando avanti, tra le altre, una decisa battaglia contro il pdl 953 (ex Aprea) che prevede l’apertura ai privati nella gestione della scuola pubblica, ha esposto, nel corso della manifestazione di Roma, uno striscione critico nei confronti del Partito Democratico, sul quale era scritto “Questo PD è contro la scuola pubblica”. Il PD ha, difatti, avallato, con le sue posizioni in Parlamento, il progetto di privatizzazione della scuola che costituisce la base del pdl 953, progetto di legge che, di fatto, scardina le fondamenta della gestione democratica della scuola pubblica. Inoltre, come i precari hanno spiegato per mezzo di un volantino distribuito ai manifestanti (che riportiamo in calce a questo comunicato), gli esponenti del Partito Democratico hanno più volte preso l’impegno di contrastare le nefaste iniziative del Governo sulla scuola (spending review e concorso); tali impegni tuttavia non si sono mai tradotti in atti concreti. Non è più accettabile una politica fatta soltanto di dichiarazioni sulla stampa e di interviste!
Alla fine della manifestazione, in Piazza SS. Apostoli, il CPS è intervenuto esponendo le ragioni della battaglia contro le scelte del Governo, tra le quali il concorso appena bandito, espediente propagandistico per mascherare i tagli e la mancanza di qualsiasi piano di assunzione a tempo indeterminato sui posti vacanti e disponibili, e il prospettato aumento dell’orario di lavoro dei docenti da 18 a 24 ore settimanali, che comporterebbe un ulteriore taglio alla scuola di 1 miliardo di euro, il licenziamento di oltre 30mila precari e l’aumento del carico di lavoro dei docenti a parità di salario.
Francesca Puglisi, responsabile scuola del Partito Democratico, attraverso un comunicato stampa emesso dopo la manifestazione ed evidentemente finalizzato a dare risposta alla nostra iniziativa, ha sostenuto la necessità che il Governo ascolti le ragioni della protesta e dia “risposte concrete ad insegnanti e studenti, attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la necessaria continuità didattica agli studenti.” Si è, inoltre, espressa in modo negativo sul concorso, denunciando che esso si tradurrà in “una lotta tra precari”, e ha sostenuto che “la 953 non è ancora legge” e che il PD, consapevole dei nodi ancora da sciogliere, chiederà di aprire nuove consultazioni con l'associazionismo scolastico per le necessarie modifiche da apportare, e non voterà nuovi tagli all’istruzione pubblica.
Alla Puglisi diciamo una volta di più che il Governo non si ferma con i comunicati stampa. Il PD si assuma la responsabilità delle proprie posizioni: impedisca l’innalzamento a 24 ore dell’orario dei docenti delle secondarie, denunci la propria contrarietà al concorso attraverso un atto parlamentare ufficiale, pretenda un piano di assunzione dei docenti precari delle graduatorie! Inoltre, se veramente il PD è consapevole della portata negativa delle novità introdotte dalla 953 nella vita degli istituti scolastici (non ci sembra tuttavia che i membri del PD della Commissione Cultura della Camera siano di questa opinione), per coerenza non può votare a favore di questa legge.

12/10/2012
Coordinamento Precari Scuola - Roma

giovedì 11 ottobre 2012

SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA DEL 12 OTTOBRE

Il CPS (Coordinamento dei precari della scuola) di Roma aderisce allo

SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA DEL 12 OTTOBRE

indetto dalla FLC-CGIL e parteciperà alla manifestazione con un suo spezzone e una sua piattaforma che comprende i seguenti punti:

  • Netto rifiuto delle politiche di tagli alla scuola pubblica compiute negli ultimi anni avallate e portate avanti dall'attuale Governo (solo la spending review ha sottratto alla scuola 200 milioni di euro).

  • Decisa opposizione al ddl 953 (ex Aprea) che pone fine al processo di partecipazione e gestione democratica della scuola pubblica statale tramite lo smantellamento degli organi collegiali e tramite l’apertura ai privati nella gestione della scuola pubblica.

  • Prosecuzione delle lotte dei precari contro il concorso truffa, espediente unicamente propagandistico volto a mascherare i tagli e la mancanza di qualsiasi piano di assunzione a tempo indeterminato sui posti vacanti e disponibili (appena 11.000 posti messi a concorso a fronte di 120.000 posti vacanti e liste di precari che raggiungono ormai le 200.000 unità).

  • Opposizione al piano di accorpamento degli istituti, che significa di fatto nuovi tagli al personale e attacco al diritto allo studio (sono migliaia le scuole soppresse).

  • Un netto NO alla legge del governo sulle pensioni che prevede l'allungamento dell'età lavorativa oltre i 67 anni, che lede i diritti dei lavoratori e che impedisce ai precari “storici” e alle nuove generazioni l’ingresso nella scuola.

Comunicato incotro 8 ottobre al Miur tra precari della scuole e il sottosegretario Ugolini


Nel corso dell'incontro svoltosi in data 8 ottobre al Miur, i precari della scuola hanno esposto al sottosegretario Ugolini la formazione e la composizione del loro movimento, sottolineandone l'apertura, il rifiuto del corporativismo, il fine fondamentale della difesa della scuola pubblica statale condiviso con studenti, genitori, associazioni.

Essi hanno ribadito come il male originario alla base della drammatica situazione della scuola pubblica statale sia costituito dal taglio di otto miliardi e mezzo di euro attuati a partire dalla legge 133 del 2008 e dalla riforma delle superiori dell'ex Ministro Gelmini, provvedimenti che, con tutti i loro corollari, hanno minato profondamente la qualità dell'istruzione. A questi si aggiungono i progetti di privatizzazione che riconoscono il loro simbolo nella c.d. legge Aprea la cui approvazione in commissione cultura è praticamente alle battute finali.

Essi hanno inoltre evidenziato come il nuovo governo tecnico, lungi dal perseguire una lungimirante e necessaria politica di rifinanziamento della scuola, sia invece del tutto in continuità con il precedente: l'innalzamento dell'età pensionabile, il mancato ritiro di tagli e riforme, le  riconversioni dgli esuberi (frutto dei citati tagli) sul sostegno e sulle altre classi di concorso, sono infatti tutti provvedimenti che concorrono alla ulteriore perdita di posti di lavoro e al peggioramento della qualità della scuola.

Ed è in tale critico contesto, in cui emergono tutte le drammatiche  difficoltà del settore- istruzione pubblica, così pesantemente e ripetutamente colpito dai provvedimenti degli ultimi anni, che il Ministro Profumo ha voluto fortemente bandire il suo "concorsone": un concorso che umilia professionalità, servizio e  diritti acquisiti dei precari; che tenta di coprire i tagli economici ancora in atto; che promette posti di lavoro ma di fatto distribuisce briciole; un concorso propagandato come viatico per l'ingresso dei giovani nel mondo della docenza, i primi ad essere esclusi dal bando. Tutto ciò per evidenti fini propagandistici, tra l'altro del tutto inconciliabili con la dichiarata necessità di attenersi ai limiti imposti dal MEF.

Il Sottosegretario Ugolini, nel corso del dibattito nato dagli interventi dei precari, ha sostenuto le seguenti posizioni.
-concorso: il concorso obbedisce alla legge dello Stato (lex 306 del 2000  che ha istituito il doppio canale di reclutamento). Non averlo bandito e' stata una contravvenzione dei precedenti Ministri. Esso inoltre non lederebbe poi i diritti dei precari dal momento che sarà loro consentito di parteciparvi o, in caso contrario, di rimanere in graduatoria da cui si attinge per il  50% dei posti . Quanto alle modalità del concorso e alla distribuzione del punteggio tra servizio, titoli e SSIS ha dichiarato di non voler rispondere. I precari le hanno fatto notare che, considerata la situazione pregressa del precariato, si potrebbe ricorrere a una modifica della legge vigente per evitare la truffa del doppio canale e del concorso.

- precariato: il Sottosegretario ha ribadito che il problema vero del reclutamento non e' il concorso, ma il fatto che il precariato nega il principio didattico fondamentale della continuità. La sua posizione è quella di riprendere il Libro bianco dei tempi del Ministero Fioroni per rivedere i flussi dei contingente e  superare la folle distinzione tra organico di diritto e di fatto, sistema che impedisce la stabilizzazione degli insegnanti precari, incidendo in tal modo sull'anzianità dei docenti che arrivano al ruolo dopo troppi anni passati in graduatoria.
In conclusione ciò che è emerso chiaramente dall'incontro è in particolare, l'assenza di una qualsiasi  motivazione o argomentazione di carattere culturale alla base della scelta del concorso, frutto esclusivamente dell'applicazione della citata legge del doppio canale. Più in generale si è colta inoltre una certa incapacità nella gestione di un fenomeno così complesso come quello della scuola e del reclutamento degli insegnanti da parte del Miur, che, con il concorso, ha scelto la strada del facile e apparentemente largo consenso. Infine è emerso(prospettiva personale della Ugolini), l'auspicio di un ritorno al Libro bianco di Fioroni, progetto da cui poi poter ripartire per una complessiva riorganizzazione del reclutamento dei docenti.
Coordinamento Pecari scuola Roma