21 marzo 2014
Senza i precari la scuola non funziona
Negli ultimi decenni abbiamo
assistito ad un aumento esponenziale della percentuale di precari che lavorano
nella scuola e contemporaneamente, a causa dei tagli e dell’allungamento
dell’età pensionabile, ad una riduzione delle immissioni in ruolo. I precari
costituiscono oggi un cuore pulsante per il funzionamento della scuola
pubblica, senza il quale l’istruzione e la formazione per intere generazioni
non sarebbe possibile e quindi il diritto di studio non garantito. Spesso noi
stessi precari dimentichiamo l’importanza che il nostro lavoro quotidiano
riveste per l’intera società civile, per le famiglie, gli studenti e per la
formazione complessiva delle giovani generazioni del nostro Paese. Lo Stato italiano,
invece che valorizzare questo fondamentale ruolo, si accanisce costantemente
nei confronti di tutto il personale della scuola ed in particolare dei precari,
attraverso tutta una serie di provvedimenti che manifestano negli atti e nelle
intenzioni il più sprezzante cinismo.
Andiamo per ordine!
1) In qualunque parte di Europa,
dopo tre anni di lavoro si viene stabilizzati. Nella scuola questo
significherebbe garantire la continuità della didattica. La Corte di Giustizia
Europea impartirà una multa contro lo Stato italiano se non stabilizzerà i
precari in breve tempo. Lo Stato italiano preferisce pagare la multa e evitare
le assunzioni, piuttosto che migliorare la qualità della didattica!
2) Nonostante il misero stipendio, che viene inoltre pagato per soli dieci mesi, il governo ha deciso di risparmiare
sulle ferie non godute dai precari, abrogandone la monetizzazione, procedura
precedentemente prevista in caso di
cessazione del rapporto di lavoro e tuttora contemplata per le altre categorie di lavoratori, anche
precari. Pertanto ciò discrimina non solo i precari della scuola da chi è di
ruolo, ma anche dai lavoratori, di altre categorie. A questo punto, dato che dobbiamo usufruire
delle ferie, prendiamocele tutti il 21
marzo per verificare se siamo o meno indispensabili al funzionamento
della scuola.
3) Mentre i governi riducono le
spese per la scuola (proponendo addirittura l’eliminazione del quinto anno di
scuola superiore!), le università in crisi speculano sulla pelle dei precari
imponendo corsi a costi elevatissimi sfruttando la necessità di lavoro e le
legittime ambizioni dei presenti e futuri precari della scuola.
Per queste ragioni ci rivolgiamo
ad ognuno di voi colleghi, perché siamo consapevoli di quanto tenete alla
dignità del vostro lavoro e degli sforzi che quotidianamente fate per sopperire
alle carenze dell’amministrazione. Costruiamo da subito una campagna in tutte
le scuole volta a dimostrare la centralità del nostro lavoro. Presentiamo tutti
la domanda di ferie per il giorno 21 marzo. Esigiamo che il dirigente
scolastico sottoscriva le ragioni per cui le ferie non ci saranno concesse e
rendiamo palese in un’iniziativa pubblica che
a) il precariato rappresenta
un’anomalia nella scuola e che la soluzione del problema è la stabilizzazione;
b) l’amministrazione entra in
un’assurda contraddizione: ferie che non possono essere monetizzate, non
possono essere nemmeno godute!
21 marzo: giornata della dignità
precaria in tutte le scuole
Chiedi un giorno di ferie al tuo
dirigente
e pretendi una risposta scritta in caso
di diniego!
Coordinamento Precari Scuola Roma
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