sabato 23 aprile 2016

Assemblea 28 aprile

Il Coordinamento precari scuola organizza un'assemblea pubblica il giorno giovedì 28 aprile alle ore 19:00 presso Communia (via dello Scalo di San Lorenzo 33) per organizzare la mobilitazione dei precari il 17 maggio in concomitanza con il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla sentenza della Corte di Giustizia Europea in merito alla maturazione del diritto alla stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno maturato più di 36 mesi di servizio.

Il corpo e il movimento

di cattivamaestra purple

tattopoli
Titolo dell’Unità Didattica : Il corpo che ascolta e parla. Scuola dell’infanzia. Sezione: coccodrilli.Insegnanti: maestra Elena. Campi di esperienza: il corpo e il movimento.
Destinatari: la sezione “coccodrilli” è eterogena, formata cioè da bambini e bambine di età compresa dai due anni e mezzo ai sei.
Traguardi: maturare esperienze che sviluppano l’autonomia del bambino, la consapevolezza di sé, del proprio corpo e di quello altrui. Lavorare sul potenziale corporeo come strumento di conoscenza, di comunicazione e d’espressione. Riconoscere il proprio corpo, fermo e in movimento, le sue diverse parti, i sensi.
Tempi: tutto il tempo che occorre per i tre anni della scuola dell’infanzia.
Metodologia: attività manuali, sensoriali, creative, tattili, fisiche, quali correre, saltare, strisciare, rotolarsi, sporcarsi, divertirsi, dipingere, modellare, toccare, annusare…
Strumenti e materiali: carta e cartoncini colorati, tessuti di scarto di vario tipo, barattoli, pittura, colori a matita e pennarelli, pastelli a cera, pennelli, decoupage, frottage…
Spazi: classe, palestra, corridoio, giardino. Giardino? …magari! Purtroppo è inagibile.
“Il corpo e il movimento” è uno dei campi di esperienza della programmazione didattica della scuola dell’infanzia. E’ un percorso durante il quale gli alunni prendono coscienza del proprio corpo, imparano a conoscerlo e si esprimono con e mediante esso. I bambini sanno fin dalla nascita che è uno strumento di conoscenza e la scuola dell’infanzia mira a sviluppare l’apprendimento attraverso il corpo in tutte le sue forme. Gli alunni ne riconoscono tutte le parti e le rappresentano anche graficamente, sia in stasi e sia in movimento, ne riconoscono i segnali e i ritmi e quelle relative alle differenze sessuali e di sviluppo. I bambini giocando con il loro corpo si esprimono, si sperimentano, percependo la completezza del proprio sé nella propria fisicità, acquisiscono autonomia e sicurezza emotiva. Controllano l’esecuzione del gesto, hanno cura della propria igiene personale, provano piacere nel muoversi e nei “giochi di movimento”. Sviluppano la coordinazione e la consapevolezza motoria. Speriamo di arrivare sani e salvi alla fine dell’anno scolastico!
Ore 8.00. La maestra Elena apre la classe e accoglie i bambini e le bambine della sezione “coccodrilli”. Sì, perché l’accoglienza è parte integrante della programmazione didattica e dei tempi scolastici degli alunni. Ogni mattina gli allievi e i loro accompagnatori, vengono accolti da un bel “Buon giorno, come va?” e poi i piccoli vengono invitati a prendere un gioco, un vestito per travestirsi, un album, il pongo.
Come tutte le mattine, scelgo una storia da leggere, preparo il materiale per far lavorare i bambini, facciamo colazione, andiamo in bagno. Antonellino si è fatto la cacca sotto: non gli andava di lasciare la sua torre altissima per scappare in bagno e quindi… Chiamiamo la collaboratrice, ma non c’è perché si deve dividere tra la scuola dell’infanzia e le elementari: oggi ci sono solo due collaboratrici, perché le altre due sono malate e non hanno chiamato le supplenti: con la nuova legge sulla scuola, la cosiddetta “Buona scuola”, bisogna prendersi una settimana di malattia per far chiamare la supplente altrimenti… ciccia, ti devi arrangiare!
Allora che facciamo? Panico! Antonellino rimane con la cacca addosso per un po’ aspettando la collaboratrice. Non si lamenta, ha solo vergogna. I compagnetti lo deridono, lui piange, la maestra Elena si adira e li mette nell’angolo del pensiero. L’angolo del pensiero è una sedia posizionata in un angolo della classe dove coloro che fanno sciocchezze vengono messi seduti a pensare, non potendo partecipare all’attività didattica del momento. I bambini vengono invitati a pensare su quello che è accaduto: deridere i compagni non è una cosa giusta, poi il bambino è più piccolo di loro e noi siamo tutti amici. Nel frattempo si sono fatte le dieci, è tardi per fare una storia, alle dodici tutte le attività didattiche devono essere concluse, perché andiamo a mensa.
Quindi cambio di scena e propongo di prendere la manina toccattutto del mondo di tattopoli. Quest’attività è un percorso tattile che prevede varie tipologie di sensazioni: liscio, rigido, soffice, elastico, freddo e caldo. I bambini in piccoli gruppi si passano il libricino di tattopoli, lo sfogliano, lo toccano, lo annusano, lo stropicciano, sentono le sensazioni e sotto la guida deiprompt dell’insegnante, che propone loro di ricordarsi le sensazioni provate, riproducono ciò che ha evocato questa esperienza su un disegno.
– Maestra, c’è puzza di cacca?
Caspita, è Antonellino! Ecco la collaboratrice finalmente. Giacomino e Ziad non sono rimasti a pensare nell’angolo del pensiero, la maestra li ha visti, ma ha fatto finta di niente.
-­­ Mi raccomando non lo fate più e chiedete scusa ad Antonellino, che è più piccolo! Matteo che stai facendo? Vuoi trovare un posto nello spazio della classe?
Matteo ha un “lieve ritardo”, non ha una diagnosi, non è un BES, non è un DSA,e non potrei definirlo io un iperattivo, mica sono un medico. Tutti, anche i genitori stessi, lo definiscono così. In ogni modo, il bimbo ha l’argento vivo addosso, non sta un attimo fermo: corre di qua, corre di là, si rotola a terra, alza le mani sui compagni, prende a calci le maestre, se ne va dalla classe e soprattutto…vuole andare sempre in giardino! Andare in giardino è decisamente l’attività preferita da tutti i bambini.
Comunque tutti ormai hanno toccato e manipolato il libricino toccattutto, e infatti si è rotto. La maestra distribuisce i fogli, i bambini aiutanti (a turno tutti i bimbi aiutano l’insegnante) distribuiscono i materiali per disegnare, colorare e dipingere. Calpurnia e Sara litigano per la collanina di una delle due:
– Non si possono portare giochi da casa, quindi o ci giocate insieme oppure Sara rimettila nello zainetto. E poi questa è una scuola non una sfilata di moda!
Sara è stressatissima per il suo aspetto fisico, ci tiene molto all’immagine di sé, anche troppo per essere una bimba di cinque anni: si preoccupa già di non ingrassare, è sempre impeccabile. Come la madre.
– Ziad, perché non stai disegnando?
– Non c’ho voglia mae’. Andiamo in giardino?
Sono un’insegnante supplente da dieci anni, ho cambiato moltissime scuole e sono davvero tante quelle in cui il giardino è inagibile e, se si tiene presente che la palestra è disponibile a rotazione con le altre classi solo una volta a settimana per un’ora, è chiaro che tenere ventisette bambini in un’aula non è proprio come seguire il copione delle Indicazioni nazionali. Dicono infatti che dobbiamo favorire l’esperienza diretta e il gioco:  Muoversi è il primo fattore di apprendimento: cercare, scoprire, giocare, saltare, correre a scuola è fonte di benessere e di equilibrio psico-fisico”. Gli insegnanti dell’infanzia sono tenuti a spronare esperienze volte a valorizzare la creatività, la curiosità e l’esplorazione, la cura di sé e del proprio corpo. La scuola dell’infanzia mira anche ad affinare le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, l’orientarsi negli spazi, l’esprimersi con l’immaginazione. Le attività informali, di routine e di vita quotidiana, la vita e i giochi all’aperto sono obiettivi altrettanto importanti di questo segmento sconosciuto, purtroppo, alla scuola statale italiana. Chissà poi perché tutto d’un tratto questi bambini si “adultizzano”, già alle elementari. Alle medie questo passaggio è ancora più netto e non dovrebbero più aver bisogno di conoscere tramite l’esperienza sensoriale. Perché devono imparare ad avere una porta della conoscenza per poi dimenticarsene subito?
– Matteo, ma che stai facendo?
Mi accorgo che Matteo sta girando su se stesso con le braccia allargate come una trottolina.
– Mae’ sto facendo quello che mi hai detto tu, trovo un posto nello spazio! 

sabato 2 aprile 2016

La cattiva coscienza del governo e la necessità della ripresa del movimento


Appello per uno sciopero unitario dei precari a favore del superamento del comma 131 della L 107 – quello che obbliga a non assumere più il personale che ha superato i 36 mesi di servizio – contro lo stravolgimento del testo unico di reclutamento, per il diritto al lavoro, la continuità didattica, l'assunzione di tutti i precari, la promozione con le lotte dei quesiti referendari e la pressione politica per una sentenza a favore del mondo del lavoro da parte della Corte Costituzionale il 17 maggio 2016.
Governo e giudici devono sentirci!

Il governo aveva già messo in preventivo la sconfitta. In seguito alla sentenza della Corte europea e alle conseguenti assunzioni più acclamante della storia, il governo ha sancito che:
è istituito un fondo per i pagamenti in esecuzione di provvedimenti giurisdizionali aventi ad oggetto il risarcimento dei danni conseguenti alla reiterazione di contratti a termine per una durata complessiva superiore a trentasei mesi, anche non continuativi, su posti vacanti e disponibili, con la dotazione di euro 10 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016 […]
In pratica, Renzi e i suoi sono disposti a bruciare il denaro – pubblico - in sanzioni piuttosto che stabilizzarci. Sono disposti a privare la scuola della parte più giovane, titolata, disponibile. Inoltre, attraverso la L 107 viene sancita la non rinnovabilità dei contratti ai precari storici:
A decorrere dal 1º settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale […] non possono superare la durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi.
E' la voce del padrone che dichiara “piuttosto che rispettare la sentenza europea, caro precario, ti licenziamo. Chiaro?”. E la condizione di noi precari della scuola statale assomiglia sempre più a quella delle maestre delle scuole comunali licenziate dai tagli imposti dall'austerità europea al Comune di Roma.
Queste misure di fatto sanciscono la volontà governativa di “ammazzare i precari”, snellire le affollate graduatorie figlie licenziando di fatto! Ribadiamo la necessità del rilancio della graduatoria quale strumento di accesso al lavoro.
Il governo vuole uscire dal tunnel dei numeri della precarietà che grava su tutta la scuola attraverso il taglio degli aventi diritto ad un posto di lavoro che – molto spesso – è quello su cui si sta lavorando in quest'anno scolastico. Tutto questo mentre ci si prepara ad un concorso truffa e umiliante che mette a disposizione solo i posti resi disponibili con i penzionamenti e che non corrisponde al reale fabbisogno delle scuole, sul ruolo dei docenti di potenziamento, sulle conseguenze della nuova mobilità del personale di ruolo, sull'espulsione - per legge - di un numero elevatissimo di lavoratori che hanno maturato il diritto alla stabilizzazione come stabilito dalla Corte di giustizia europea nel novembre 2014.
Inoltre, questa misura imposta al mondo della scuola, si delinea come un modello da imporre a tutto il mondo dell'amministrazione pubblica con le disastrose conseguenze sul piano occupazionale, della qualità del servizio e della reale cittadinanza dell'individuo nel suo posto di lavoro. In pratica, il passaggio degradante dalla condizione di lavoratore, a quella di operatore chiamato quando serve, senza continuità e conseguenze legali future. Una precarietà nella precarietà e senza continuità!

Dopo un anno di gelo – politico, sindacale, culturale - sulla primavera del mondo della scuola esplosa un anno fa, chiediamo a tutti di fare un serio bilancio su quanto in pochi mesi i lavoratori della scuola hanno perso.
A tutto ciò, va aggiunta l'inquietante questione delle deleghe al governo che gravano come una spada di Damocle su un mondo della scuola che vuole uscire dal baratro economico, contrattuale, qualitativo e soprattutto democratico attraverso la raccolta firme di una campagna referendaria. Che da sola, non basta.
Consideriamo molto importante per il mondo del lavoro la data del 17 maggio 2016 quando la Corte Costituzionale è chiamata a sentenziare sulla questione posta dalla Corte di giustizia europea in merito alla maturazione del diritto alla stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno maturato più di 36 mesi di servizio. Tutto il mondo del lavoro, non solo noi precari della scuola, sono i diretti interessati di tale sentenza. Siamo convinti che tale evento vada sostenuto con un'iniziativa forte che rilanci la lotta nelle scuole e nel paese sulle questioni riguardanti la democrazia, i diritti dei lavoratori, la difesa della scuola pubblica: una ripresa della mobilitazione unitaria che potrebbe culminare in uno sciopero da effettuare in coincidenza col pronunciamento della Corte Costituzionale il prossimo 17 maggio.
Vi chiediamo un aiuto: questa è una chiamata per una ripresa della mobilitazione da costruire tutti insieme – lavoratori, movimenti e organizzazioni sindacali – che ponga tre grandi questioni: la democrazia, i diritti del lavoro, e la difesa della scuola pubblica.

Coordinamento precari scuola Roma