venerdì 11 febbraio 2011

SCUOLA: dieci anni dopo le riforme liberiste. Di Roberto Renzetti

Dal sito www.fisicamente.net del Prof. Roberto Renzetti

TreeLLLe, la trilaterale dell'istruzione di Roberto Renzetti

( http://www.treellle.org/ ) Il sito da cui scaricare i documenti citati.

La scuola. Ma cos'è ? di Roberto Renzetti

SCUOLA: dieci anni dopo le riforme liberiste di Roberto Renzetti

La prova che Berlinguer ha ubbidito all'OCSE per riformare la scuola di Roberto Renzetti e OCSE

Il giorno 4 febbraio del 2010 verrà ricordato come il giorno del più grave crimine commesso dal governo Berlusconi. Il Consiglio dei ministri ha varato quella che coloro che ignorano chiamano riforma della scuola. Ho detto "coloro che ignorano" perché vorrei essere chiaro: sto parlando del participio presente di ignorare che è appunto ignorante e la parola la userò in tutto ciò che dirò in questo senso.

Non faccio più premesse lunghe ed articolate ma dico solo che da 12 anni ciò che accade oggi era scritto (con chiarezza, ma solo per chi sa leggere). Nel 1998, quando sciaguratamente entrò al Ministero della allora Pubblica Istruzione un tal Luigi Berlinguer, si era aperta la strada a questo 4 febbraio. Basta rileggersi tutti gli articoli che da allora ho scritto, e che gli interessati possono trovare nella sezione SCUOLA, per capire il senso delle scelte di becero liberismo che furono fatte e che qui riassumo.

La scuola era allora molto ben strutturata e, negli anni che ci separavano dal 1923 (inizio Riforma Gentile), erano stati fatti qua e là cambiamenti di enorme importanza: la Scuola Media Unica del 1962-63 e la Riforma della Scuola Elementare (con l'introduzione dei moduli) del 1990-91. Con governi ballerini e mancanza di continuità legislativa non si era proseguito sulla strada dei raccordi tra riforme fatte e da fare. In particolare erano rimasti dei buchi neri nella stessa Scuola Media che non si capiva bene cosa fosse tra una scuola elementare pregevole ed una degna scuola di secondo grado (le superiori). Vi erano altri buchi neri sia negli istituti tecnici, che riguardavano la mancanza di flessibilità ed aggiornamento dei loro programmi per stare al passo con le innovazioni tecniche e scientifiche che entravano nel mondo produttivo, sia e soprattutto nei professionali che erano diventati uno strumento di finanziamento indiretto per le scuole di tale natura a gestione confessionale (la maggioranza), poi sindacale, quindi regionale e che, salvo rarissime eccezioni, erano vere fabbriche di ignoranza. Questa scuola si doveva e poteva riformare nella linea della strutturazione forte che, a quei livelli scolari, non può mancare pena l'inarrestabile decadenza.

Cosa hanno fatto Berlinguer ed il suo staff di pedagogisti e psicologi ? L'operazione in uso in regimi liberisti: iniziare la fase della liberalizzazione della scuola preparandola per la privatizzazione. Quel governo di centrosinistra, che ha operato dal 1996 al 2001, ha fatto altri danni clamorosi sulla via delle privatizzazioni con un'aquila come D'Alema al comando. Ne ricordo solo quattro: la privatizzazione di Telecom (con il suo avvio al fallimento ed al suo uso per destabilizzare mediante intercettazioni illegali), quella dell'Enel con la bestialità della separazione tra linee di trasmissione e centrali di produzione, quella delle autostrade pagate a distanza con gli introiti che davano, quella dell'ENI. In tutti e quattro questi casi si sono fatti regali infiniti ai privati senza che i cittadini abbiano avuto un qualche beneficio. Anzi ! Sia aumento bestiale di tariffe che rende le bollette uno degli incubi degli italiani, sia disservizi da Paesi sottosviluppati. Sul fronte della scuola i nostri sinistri politici avevano letto da qualche parte che è una potenziale fonte di infiniti guadagni se solo si riuscisse a renderla privata. Chissenefrega di quell'idiozia di scuola pubblica come istruzione garantita almeno (almeno !) fino ai 16 anni ! E come si privatizza la scuola ? Così come era l'impresa sembrava impossibile. Nessun privato si accolla tanti insegnanti utili per un'istruzione di qualità ma non per i profitti. E chi si accolla i ragazzi con handicap che richiedono insegnanti di sostegno (le scuole confessionali, ad esempio, già respingono l'handicap) ? Chi edifici, laboratori, trasporto, preparazione docenti (quest'ultima cosa è oggi altra fonte di guadagno per potentati collaterali al potere politico) ? Nessuno, di modo che l'affare sfuma ed i tanti soldini che si tirano fuori ad esempio negli USA da noi niente ! Ma anche se ci fosse stato qualcuno che avesse voluto acquistare in blocco tale sommo bene non avrebbe rischiato di fare lui l'operazione finalizzata al profitto perché sarebbe stato chiaro che si veniva meno in servizi e qualità con proteste popolari importanti. Berlinguer e i pedagogisti buoni per ogni stagione hanno risolto il problema con le seguenti operazioni. Primo destrutturare cioè togliere ogni rigidità al sistema e renderlo liquido (un poco come D'Alema pensava il suo partito che tutti sappiamo la fine indegna che ha fatto). In tale situazione, poiché si aveva a che fare con giovani fanciulli e non con idrocarburi o caselli autostradali insensibili a scelte politiche, gli utenti giovani della scuola hanno iniziato a credere che si potesse giocare a scuola così come teorizzavano i pedagogisti di regime (Vertecchi, Maragliano, Tagliagambe, & Co) che volevano una scuola che non sapesse di scuola, che inventavano l'autonomia scolastica (ogni scuola fa per sé ed è in concorrenza con l'altra), che introducevano i percorsi educativi per gli studenti (ognuno si fa il suo curriculum e studia ciò che vuole). E gioca oggi e gioca domani, con i genitori di tali sfortunati fanciulli (formatisi negli anni del rampantismo craxiano) che hanno creduto di partecipare al gioco facendo i sindacalisti dei figli, la scuola si è completamente dequalificata tanto da dare risultati completamente insoddisfacenti (e non mi riferisco solo alle indagini internazionali ma a quello, ad esempio, che lamentavano sempre con maggior forza gli insegnanti del primo anno di università, quella indegna del 3 + 2: i ragazzi non sanno leggere, scrivere e far di conto; e neppure capire concetti elementari). Poi è arrivata Moratti altra ignorante che ha spinto con maggiore decisione verso la dequalificazione (tagli di risorse continui e pedagogista cattolico che tagliava pezzi culturali fondamentali come l'evoluzionismo) e che partiva dal volere una scuola libera (insieme a vari intellettuali come Adornato ed Antiseri, ... che fine hanno fatto, oggi ?) per arrivare alle scuole confessionali, sempre e comunque da foraggiare alla faccia di chi paga le tasse, che notoriamente non vanno alle scuole di lusso dei preti (Nazzareno, Massimo, San Giuseppe di Merode, ...). Quindi tal Fioroni che è emerso alle cronache solo per i finanziamenti tolti alle scuole pubbliche e dati (con lettera di accompagnamento ammiccante) alle scuole dei preti (ancora ed ancora !). Un vero disastro la scuola dopo anni come questi. L'istituzione non riesce a preparare gli studenti ed in più costa un mare di soldi per tutto il personale che impiega. E' qui che arriva Gelmini che più ignorante non si può (ma ha dietro le spalle una tal Aprea che ignorante non è pur rappresentando i mal protesi nervi e la clientela meridionale al servizio dei padroni del dané del Nord)). Gelmini non ha riformato la scuola, ha semplicemente tirato una linea in fondo al bilancio fallimentare degli ultimi anni ed ha detto, con l'avvocato Tremonti aleggiante come un vampiro, che la scuola va ridotta drasticamente al nulla. Ed è ovvio che il degrado può resistere fino ad un certo punto, dal quale poi le famiglie iniziano a pensare alla scuola seria che Berlinguer ha cancellato (con il sostegno di tanti ignavi furbacchioni e profittatori di corsi d'aggiornamento come CGIL Scuola, CIDI, Legambiente Scuola, Proteo, ...). Nel frattempo, tagliando e riformando a modo loro, mai si sono occupati di salari diventati un contributo per non morire di fame (a parte di quelli degli insegnanti di religione che, dopo il miracolo dell'immissione in ruolo senza concorso, godono di aumenti incredibili, mai sognati da altri insegnanti), così sempre più la scuola è diventata appetibile ai cercatori del secondo lavoro. Al suo interno ormai andiamo ad una popolazione docente che all'85 per cento è femminile e ciò vuol dire che gran parte degli insegnanti è (al di là della preparazione che può ed anzi è certamente eccellente) soprattutto fatto di madri e mogli di professionisti che non hanno la scuola medesima come primo lavoro perché la famiglia è la famiglia, altrimenti Ruini che ci sta a fare ?

Nessun commento: