lunedì 16 maggio 2011

Comunicato di solidarietà per la scuola Iqbal Masih - 16 - 5- 2011

Il Coordinamento precari scuola di Roma ritiene gravissimo l’episodio di denuncia ai danni dei quattro genitori e di un’insegnate della Scuola Iqbal Masih.

Il chiaro intento di questo governo è di far passare l’impopolare riforma della scuola e la politica dei tagli, non solo attraverso un’azione repressiva sui movimenti che da tre anni continuano ad esprimere il loro dissenso con determinazione e in maniera costruttiva, ma anche attraverso le menzogne (di cui l’ultima la truffa delle 65.000 assunzioni) con chiaro intento di spegnere qualsiasi contestazione.

Di fronte al generale accentuarsi di un clima repressivo e intimidatorio che coinvolge tutti i settori del lavoro e i movimenti in difesa della scuola pubblica, siamo convinti che l’unica strada da percorrere è quella di continuare questa lotta che ci vede protagonisti insieme e senza divisioni.

Il sit-in del 10 Maggio è stato una buona dimostrazione di come l’unità di tutte le componenti del mondo scuola, insegnati precari e non, genitori e studenti possa vincere le intimidazioni.

Non lasciamoci sopraffare da chi ci vuole deboli e andiamo avanti insieme!

16/05/2011


Grave reazione del Provveditorato in risposta al sit in del 25 marzo 2011
vogliono colpire il movimento continuiamo a lottare.

Gravissimo episodio

In data 25 marzo 2011sono stati denunciati 4 genitori e un’insegnante RSU della Scuola Iqbal Masih che insieme ad un piccolo gruppo di genitori, si erano recati, in un giorno di accesso del pubblico, presso l’Ufficio Scolastico Regionale per ottenere che per i bambini della scuola dell’infanzia del Circolo si ripristinasse, come prevede il POF, l’orario di compresenza a cavallo del momento del pranzo, anche in caso di assenza dell’insegnante titolare.

Avviene, infatti, che la Dirigente scolastica che attualmente è reggente del Circolo didattico 126°, incarichi il supplente solo per 3,5 ore quotidiane, anziché per 5 ore, mettendo, di fatto, le classi in situazione di disagio e rischio per la difficoltà, per un’unica docente, di vigilare e seguire bambini piccolissimi in un momento educativo molto complesso.

Il funzionario addetto ha ricevuto la delegazione e ne ha accolto le richieste, impegnandosi ad interloquire con la Dirigente scolastica.

Invece di una risposta, il giorno 11 maggio è arrivata la denuncia per “riunione non autorizzata”.

Non è stata promossa alcuna riunione, trattandosi invece di una richiesta rivolta ad un pubblico ufficio, nel giorno di apertura al pubblico.,

L’intento è chiaro: punire chi cerca il dialogo, piuttosto che confrontarsi con proposte di miglioramento del servizio. A corto di argomenti e giustificazioni si ricorre alla denuncia e alla repressione.

Quale politico o dirigente ha organizzato questo tranello, questo avvertimento in stile fascista?

Non vogliamo arrenderci di fronte a chi ci vuole intimidire. Ancora di più adesso c’è bisogno di unità e solidarietà e di esprimere nei prossimi appuntamenti la determinazione di tutti noi genitori a difesa della scuola pubblica statale e della sua qualità.

I Genitori del coordinamento

“Non rubateci il futuro”

della Scuola “Iqbal Masih” di Roma



Ecco l'articolo contestatoci

I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore.

E’considerata pubblica anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l'oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata.

I contravventori sono puniti con l'arresto fino a sei mesi e con l'ammenda da € 103,00 a 413,00.

Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle riunioni predette prendono la parola.

Il Questore, nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico, di moralità o di sanità pubblica, può impedire che la riunione abbia luogo e può, per le stesse ragioni, prescrivere modalità di tempo e di luogo alla riunione.

I contravventori al divieto o alle prescrizioni dell'autorità sono puniti con l'arresto fino a un anno e con l'ammenda da € 206,00 a € 413,00.

Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle predette riunioni prendono la parola.

Non è punibile chi, prima dell'ingiunzione dell'autorità o per obbedire ad essa, si ritira dalla riunione.

Le disposizioni di questo articolo non si applicano alle riunioni elettorali.

I Genitori del coordinamento “Non rubateci il futuro”

della Scuola “Iqbal Masih” di Roma

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