Appello
per uno sciopero unitario dei precari a favore del superamento del
comma 131 della L 107 – quello che obbliga a non assumere più il
personale che ha superato i 36 mesi di servizio – contro lo
stravolgimento del testo unico di reclutamento, per il diritto al
lavoro, la continuità didattica, l'assunzione di tutti i precari, la
promozione con le lotte dei quesiti referendari e la pressione
politica per una sentenza a favore del mondo del lavoro da parte
della Corte Costituzionale il 17 maggio 2016.
Governo
e giudici devono sentirci!
Il
governo aveva già messo in preventivo la sconfitta. In seguito alla
sentenza della Corte europea e alle conseguenti assunzioni più
acclamante della storia, il governo ha sancito che:
è
istituito un fondo per i pagamenti in esecuzione di provvedimenti
giurisdizionali aventi ad oggetto il risarcimento dei danni
conseguenti alla reiterazione di contratti a termine per una durata
complessiva superiore a trentasei mesi, anche non continuativi, su
posti vacanti e disponibili, con la dotazione di euro 10 milioni per
ciascuno degli anni 2015 e 2016 […]
In
pratica, Renzi e i
suoi sono disposti a bruciare il denaro – pubblico - in sanzioni
piuttosto che stabilizzarci.
Sono disposti a privare la scuola della parte più giovane, titolata,
disponibile. Inoltre, attraverso la L 107 viene sancita la non
rinnovabilità dei contratti ai precari storici:
A
decorrere dal 1º settembre 2016, i contratti di lavoro a tempo
determinato stipulati con il personale […] non possono superare la
durata complessiva di trentasei mesi, anche non continuativi.
E'
la voce del padrone che dichiara “piuttosto che rispettare la
sentenza europea, caro precario, ti licenziamo. Chiaro?”. E la
condizione di noi precari della scuola statale assomiglia sempre più
a quella delle maestre delle scuole comunali licenziate dai tagli
imposti dall'austerità europea al Comune di Roma.
Queste
misure di fatto sanciscono la volontà governativa di “ammazzare i
precari”,
snellire le affollate graduatorie figlie licenziando di
fatto!
Ribadiamo
la necessità del rilancio della graduatoria quale strumento di
accesso al lavoro.
Il
governo vuole uscire dal tunnel dei numeri della precarietà che
grava su tutta la scuola attraverso il
taglio degli aventi diritto ad un posto di lavoro che – molto
spesso – è quello su cui si sta lavorando in quest'anno
scolastico. Tutto
questo mentre ci si prepara ad un concorso truffa e umiliante che
mette a disposizione solo i posti resi disponibili con i
penzionamenti e che non corrisponde al reale fabbisogno delle scuole,
sul ruolo dei docenti di potenziamento, sulle conseguenze della nuova
mobilità del personale di ruolo, sull'espulsione - per legge - di
un numero elevatissimo di lavoratori che hanno maturato il diritto
alla stabilizzazione come stabilito dalla Corte di giustizia europea
nel novembre 2014.
Inoltre,
questa misura imposta al mondo della scuola, si delinea come un
modello da imporre a tutto il mondo dell'amministrazione pubblica con
le disastrose conseguenze sul piano occupazionale, della qualità del
servizio e della reale cittadinanza
dell'individuo nel suo posto di lavoro. In pratica, il
passaggio degradante dalla condizione di lavoratore, a quella di
operatore chiamato quando serve,
senza continuità e conseguenze legali future. Una precarietà nella
precarietà e senza continuità!
Dopo
un anno di gelo – politico, sindacale, culturale - sulla primavera
del mondo della scuola esplosa un anno fa, chiediamo a tutti di fare
un serio bilancio su quanto in pochi mesi i lavoratori della scuola
hanno perso.
A
tutto ciò, va aggiunta l'inquietante questione delle deleghe al
governo che gravano come una spada di Damocle su un mondo della
scuola che vuole uscire dal baratro economico, contrattuale,
qualitativo e soprattutto democratico attraverso la raccolta firme di
una campagna referendaria. Che da sola, non basta.
Consideriamo
molto importante per il mondo del lavoro la data del 17 maggio 2016
quando la Corte Costituzionale è chiamata a sentenziare sulla
questione posta dalla Corte di giustizia europea in merito alla
maturazione del diritto alla stabilizzazione dei lavoratori precari
che hanno maturato più di 36 mesi di servizio. Tutto
il mondo del lavoro, non solo noi precari della scuola, sono i
diretti interessati di tale sentenza. Siamo convinti che tale evento
vada sostenuto con un'iniziativa forte che rilanci la lotta nelle
scuole e nel paese sulle questioni riguardanti la democrazia, i
diritti dei lavoratori, la difesa della scuola pubblica: una ripresa
della mobilitazione unitaria che potrebbe culminare in uno sciopero
da effettuare in coincidenza col pronunciamento della Corte
Costituzionale il prossimo 17 maggio.
Vi
chiediamo un aiuto: questa è una chiamata per una ripresa della
mobilitazione da costruire tutti insieme – lavoratori, movimenti e
organizzazioni sindacali – che ponga tre grandi questioni: la
democrazia, i diritti del lavoro, e la difesa della scuola pubblica.
Coordinamento
precari scuola Roma
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