La scuola italiana è ancora segnata dalle ferite generate dalle
politiche dell’ex ministra Gelmini. Gli 8,5 mld di euro non sono stati
mai restituiti alla scuola. La legge 107, la cosiddetta “Buona scuola” è
la peggiore prosecuzione delle politiche sull’istruzione negli ultimi
vent’anni:
l'anno scolastico è iniziato con un numero consistente di cattedre scoperte, cronica è la carenza del personale ATA;
non tutti i precari Gae sono stati assunti, rimangono esclusi i docenti
di seconda e terza fascia, pur avendo alle spalle anni di insegnamento,
le insegnanti della scuola dell'infanzia, lasciate in sospeso in attesa
della delega per la riforma del ciclo, il personale ATA;
la “fase B” delle regolarizzazioni si delinea come un “mobbing” di
massa sulla categoria, in particolare su quei lavoratori che avrebbero
potuto entrare in ruolo da tempo se avessero programmato liberamente di
trasferirsi in altre provincie;
la “fase C” dequalifica il personale che viene costretto a fare il “tappabuchi” e a continui spostamenti di sede;
gli insegnanti tecnico pratici - già colpiti dalla riforma Gelmini e
“derubati” attraverso i Pas non vedono riconosciuta la loro
professionalità e il loro diritto al ruolo;
la delega al governo, prevista dalla 107, per il riordino del sistema
di formazione degli insegnanti riguarda il destino di parte dei precari
della scuola e degli studenti che vorranno accedere all'insegnamento;
gli insegnanti hanno il contratto scaduto da 6 anni e sono i meno pagati d'Europa.
la divisione fra precari danneggia tutti, favorisce solo le politiche
di differenziazione salariale, di rottura della collegialità e della
cooperazione, di autoritarismo aziendalista, di privatizzazione.
E’ necessaria l’unità di tutti i lavoratori della scuola attorno a
due punti fermi: il diritto al lavoro per tutti e tutte e il
riconoscimento della professionalità acquisita con l'anzianità di
servizio.
Chiediamo a tutti i colleghi e alle organizzazioni dei precari
solidarietà attiva. Socializzazione delle informazioni e delle idee,
partecipazione attiva a partire dai propri luoghi di lavoro. Lottiamo
uniti:
contro i tagli, per la valorizzazione della scuola e del lavoro di tutti;
per la stabilità e la qualità del lavoro, contro la falsa meritocrazia della L. 107;
per l'abolizione della legge Fornero, il pensionamento del personale più
anziano e le assunzioni, senza la rinuncia ai diritti prevista dalla
legge 107, sui posti vacanti e disponibili;
per la reintroduzione delle supplenze brevi fin dal I giorno di necessità;
per il mantenimento e la riapertura delle gae, al fine di garantire le
assunzioni in maniera trasparente, e delle graduatorie di istituto anche
di terza fascia per le supplenze;
per il pagamento puntuale dello stipendio ai supplenti;
per la gratuità dei corsi abilitanti;
per l'abolizione del lavoro gratuito in ogni sua forma (es. stage);
per l'abolizione della legge 107, per una vera riforma proveniente dalla
scuola e dai cittadini che risponda alle esigenze di democrazia e
lavoro espresse dal paese.
Le lotte avranno successo solo se saremo in grado di sviluppare
rivendicazioni e piattaforme comuni, evitando di rimarcare le differenze
tra di noi e indirizzando la conflittualità verso il Governo e non
verso le altre categorie di precari.
Di questo e altro parleremo all’assemblea cittadina giovedì 12
Novembre ore 17 all’ITIS Galilei, via Conte Verde 51 - (metro A -
Manzoni).
Vi aspettiamo
Coordinamento Precari Scuola Roma
Per info: movimentoinsegnantiprecari@gmail.com
https://www.facebook.com/Precari-Scuole-di-Roma-Coordinamento-CPS
Analisi, appuntamenti e lotte del Coordinamento Precari Scuola-Roma (CPS ROMA) movimentoinsegnantiprecari@gmail.com

sabato 7 novembre 2015
Appello per un’assemblea pubblica e cittadina
sabato 10 ottobre 2015
Per chi suona la campana
Appello
per un percorso unificante dei lavoratori e delle lavoratrici
precarie della scuola
Nel
luglio 2015, a scuole praticamente chiuse, il governo ha voluto
approvare una “riforma” apertamente avversata da milioni di
cittadini -in primis
gli insegnanti- in tutto il paese, dando prova di totale disinteresse
per il confronto democratico.
A
settembre, la propaganda martellante ha enfatizzato gli effetti
positivi della riforma a partire dalle cosiddette assunzioni.
Non
ci stancheremo mai di ricordare che i
precari e le precarie sono indispensabili al funzionamento della
scuola e
la
regolarizzazione di alcuni di noi è un atto dovuto...
anzitutto agli alunni e alla qualità del lavoro scolastico.
La
questione della precarietà -e le questioni legate ai bassi salari e
al taglio delle garanzie storiche attraverso “riforme” come il
jobs act- è il
problema
del paese.
Il
costante bombardamento mediatico a favore del governo, non riesce a
nascondere la cruda verità vissuta da milioni di lavoratori nel
paese.
Intanto,
è in costante calo il consenso verso le istituzioni europee, la
Confindustria, il governo – mai votato – di Renzi, Alfano e
Verdini.
“Riforma”
e precarietà nella scuola. Situazione e prospettive.
Tutto
il mondo del lavoro risente negativamente degli effetti della legge
Fornero.
Gli
anziani sono costretti a lavorare e i giovani sono condannati alla
disoccupazione e alla precarietà. Il corpo della scuola italiano è
ancora segnato dalle “ferite” generate dalle politiche della
Gelmini. Gli 8,5 mld di euro mai restituiti alla scuola, il taglio
delle classi e delle ore col conseguente abbassamento della qualità
del lavoro didattico sono elementi di un’eredità viva che
determina il calo della qualità dell'offerta formativa e.. dei posti
di lavoro. La scarsa mobilità delle graduatorie negli ultimi anni è
il risultato delle politiche dei tagli operati nel nome del pareggio
di bilancio e della razionalizzazione delle spese.
Le
forme della precarietà nella scuola hanno prodotto figure atipiche
capaci di risolvere le lacune contingenti. La volontà di espulsione
-di fatto- di migliaia di precari dal ciclo produttivo della scuola è
uno dei pilastri della “riforma”.
Le
graduatorie di anzianità e merito hanno rappresentato e
rappresentano l'unico strumento di controllo democratico dell'accesso
al posto di lavoro e di eliminazione di fenomeni di corruzione.
L'attacco
allo strumento della graduatoria contenuto nella “riforma”
risponde alla necessità governativa -e confindustriale- di generare
una “concorrenza all'ultimo titolo e all'ultimo sangue” tra
lavoratori. Parte consistente della “riforma” è sintetizzabile
in questa immagine di degrado imposto, che è assai lontano da
qualsiasi idea di “merito” e qualità del servizio.
Le
polemiche piovute addosso alla categoria in merito alle assunzioni
hanno tutt'altro che messo in luce diverse questioni:
-
l'anno scolastico si aprirà con un numero consistente di cattedre
scoperte;
-
non
tutti i precari sono stati assunti,
ben più del 60% di precari non verrà stabilizzato nel presente anno
scolastico;
-
la
“fase B” delle regolarizzazioni si delinea come un “mobbing”
di massa
sulla categoria, in particolare su quei lavoratori che, è bene
ricordare, avrebbero potuto entrare in ruolo da tempo se avessero
programmato -liberamente- di trasferirsi in altre provincie;
-
la
“fase C” dequalifica il personale
che viene costretto a fare il “tappabuchi” e a continui
spostamenti di sede;
-
gli
insegnanti tecnico pratici
-già colpiti dalla Gelmini e “derubati” attraverso i Pas- non
vedono riconosciuta la loro professionalità e il loro diritto al
ruolo;
-
la legge 107 – che ha escluso le insegnanti della scuola
dell'infanzia
dal piano di assunzioni – prevede una delega al governo per la
riforma del ciclo che viene rimandata al prossimo anno. È
in progetto un sistema integrato di educazione 0-6 anni gestito da
enti pubblico-privati finanziato –in parte- dalle famiglie
che stravolgerà
il
contratto delle insegnanti statali
livellandolo
verso le condizioni peggiori già
denunciate dalle lavoratrici comunali.
Di fatto, la prova generale della privatizzazione della scuola nel
nuovo “cantiere” della scuola dell’infanzia;
-
gli eventuali futuri concorsi a cattedre, il costante commercio di
titoli e la contemporanea “abolizione
fisica” dei precari che hanno maturato più di 36 mesi di servizio
sono un incentivo
alla disoccupazione
o alla sotto-occupazione nei diplomifici privati (finanziati ancor di
più coi meccanismi del bonus e dell'esenzione fiscale previsti dalla
L. 107);
-
la
delega al governo, prevista dalla 107, per il riordino del sistema di
formazione degli insegnanti e conseguente soppressione degli attuali
percorsi di abilitazione riguarda il destino di parte dei precari
della scuola e degli studenti che vorranno accedere all'insegnamento
e interviene in direzione riduttiva e dequalificante sui percorsi di
formazione all'insegnamento.
-
gli insegnanti
hanno il contratto scaduto da 6 anni e sono i meno
pagati d'Europa.
Come
precari della scuola, tutti i punti sopra individuati e la questione
della riapertura della contrattazione ci interessano da vicino.
La
volontà del governo di rivedere i tempi di apertura delle scuole,
degli orari di lavoro (aumenterà? di quanto??), la questione
ideologica della valutazione e della premialità individuale (da
respingere in toto) unite al riordino delle classi di concorso ci
impongono di vigilare attivamente e di avanzare proposte alternative.
Ogni
tipologia di divisione tra precari “bianchi rossi e blu” è
dannosa per tutti.
Lottiamo
uniti!
La
regolarizzazione di parte dei precari Gae è il risultato di un
processo di lotte portate avanti con unità e tenacia dai precari
storici. La graduatoria è stato lo
strumento
che ha favorito l'unità dei precari e la loro recente
regolarizzazione. Pertanto va rivendicata come uno strumento utile al
controllo sociale delle modalità di assunzione, includendo in essa
sia coloro che hanno rifiutato il piano straordinario di assunzioni e
sia coloro che per condizioni anagrafiche non hanno potuto accedervi,
nonostante ne avessero i requisiti.
La
folle invenzione di nuovi corsi abilitanti -utili a dividere i
precari e a creare una sorta di pericolosa “dipendenza” da
concorso- cancella la necessaria considerazione dell'anzianità di
servizio: questa non può determinare l'espulsione dei precari -vedi
la questione dei “36 mesi”- ma deve esser un elemento da
valorizzare al fine dell'immissione in ruolo.
La
divisione fra precari danneggia tutti, favorisce
solo le politiche di differenziazione salariale, di rottura della
collegialità e della cooperazione, di autoritarismo aziendalista, di
privatizzazione.
Crediamo
che sia necessaria l’unità dei lavoratori – tutti!- della scuola
attorno a due punti fermi: il diritto
al lavoro
per tutti e tutte e il riconoscimento
della
professionalità acquisita con
l'anzianità di servizio.
Chiediamo
a tutti i colleghi e alle organizzazioni dei precari solidarietà
attiva.
Socializzazione delle informazioni e delle idee, partecipazione
attiva a partire dai propri luoghi di lavoro.
Siamo
convinti che il nostro futuro non può essere appeso all’esito
dell’ennesimo ricorso organizzato ad hoc
per rastrellare denari sulle necessità di chi lavora. Siamo convinti
che solo un forte movimento dei precari possa garantirci un futuro
degno come lavoratori e possa contribuire al miglioramento della
scuola italiana.
Pensiamo
che un primo passo sia l'indizione di un'assemblea
cittadina dei precari della scuola,
che cerchi di dar avvio ad un processo di socializzazione di saperi,
bisogni e lotte. Lotte che avranno successo solo se saremo in grado
di sviluppare rivendicazioni e piattaforme comuni, evitando di
rimarcare le differenze tra di noi e indirizzando la conflittualità
verso il Governo e non verso le altre categorie di precari. Invitiamo
le diverse associazioni di precari a concordare quanto prima la data
di questa assemblea, per ragionare insieme sul come muovere i primi
passi di questo processo di lotta. Pensiamo che i seguenti punti
possano essere degli spunti utili per il dibattito, in quanto
uniscono i precari:
- Contro i tagli, per la valorizzazione della scuola e del lavoro di tutti;
- per la stabilità e la qualità del lavoro, contro la falsa meritocrazia della L. 107;
- per l'abolizione della legge Fornero, il pensionamento del personale più anziano e la stabilizzazione di tutti i precari;
- per la reintroduzione delle supplenze brevi fin dal I giorno di necessità;
- per l'ingresso in graduatoria di tutti i precari al fine di garantire in maniera trasparente l’assunzione a tempo indeterminato;
- per la gratuità dei corsi abilitanti;
- per l'abolizione del lavoro gratuito in ogni sua forma (es. stage);
- per l'abolizione della legge 107, per una vera riforma proveniente dalla scuola e dai cittadini che risponda alle esigenze di democrazia e lavoro espresse dal paese
Coordinamento
Precari Scuola Roma
https://coordinamentoscuoleroma.wordpress.com
- http://cps-roma.blogspot.it
- autoconvocatiscuola.altervista.org
lunedì 23 marzo 2015
12 Aprile Assemblea Nazionale di tutto il mondo della Scuola
Al violento attacco alla Scuola
Pubblica al quale stiamo assistendo in queste settimane non possiamo rimanere
indifferenti. Urge invece una reazione altrettanto radicale e decisa, una
reazione forte, immediata, strutturata, perché non possiamo permettere questa
devastazione di quello che noi, insegnanti,di ruolo e precari, impiegati, collaboratori,
studenti e genitori realizziamo con impegno, fatica e passione tutti i giorni.
La Scuola Pubblica così come la
conosciamo, un diritto costituzionale, per tutti e di tutti, luogo libero ove
fare cultura, laica, democratica, inclusiva, gratuita, senza accentramento di
poteri, legata a doppio filo al concetto di stato di diritto, vettore di
principi di onestà, rispetto e avulsa da logiche di competizione e di sfrenata
meritocrazia, questa nostra scuola da domani non esisterà più, se il DDL
promosso dal governo Renzi sarà approvato.
Non esiste emendabilità alla controriforma
della “Buona Scuola”, nulla in quel testo può essere avallato in cambio
dell’accettazione del resto, nessuna stabilizzazione di precari e nessun bonus
ai docenti vale l’accettazione di regole al ribasso, cancellazione di diritti e
applicazione di principi neoliberisti come la flessibilità, il Jobs Act, il
dirigente sceriffo, rischio clientelismi, entrata del privato e
aziendalizzazione della scuola. Lo specchietto per le allodole della
stabilizzazione dei precari sta finalmente mostrando il suo lato vuoto e diabolico:
assumere solo chi si è costretti (iscritti Gae), rimandare la palla oltre il
muro per altri (idonei concorso e docenti con più di 36 mesi di servizio),
gettare tutto in mare per i restanti (abilitati, Tfa, Pas, III fascia),
lasciando loro le briciole e un concorso in cui scannarsi ancora, forse
definitivamente.
Ogni attore della Scuola ha di
fronte a sé validissimi motivi per rifiutare la pseudoriforma renziana, dal
precario ricattato e illuso se non cacciato, dall’insegnante di ruolo che
perderà radicalmente libertà, certezze e stabilità, anche economica, al
collaboratore ignorato dalla riforma, allo studente definitivamente immerso
nella mentalità Invalsi, nelle logiche aziendali e che saluterà la continuità
scolastica dei suoi insegnanti, al genitore che vedrà la scuola divenire sempre
di più un servizio per clienti, non più diritto per cittadini.
A questo attacco inaccettabile
noi proponiamo un percorso diverso, nel rispetto della Costituzione, una
diversa proposta di legge (la LIP, Per una Buona Scuola per la Repubblica),
l’applicazione di regole propedeutiche alla idonea applicazione della Lip, nonché
alla stabilizzazione completa dei precari (ritiro tagli Gelmini, diminuzione
alunni per classe, ritiro controriforma Fornero sulle pensioni), un differente
percorso per la stabilizzazione presente e futura dei precari, tutti gli
attuali e a scorrimento nel prossimo futuro.
Per tutte queste ragioni,
convochiamo una
ASSEMBLEA NAZIONALE DI TUTTO IL MONDO
DELLA SCUOLA
domenica 12 aprile 2015 a Roma (luogo da
definire)
con il seguente programma
Dalle 10 alle 13: Rifiutiamo la Cattiva Scuola di Renzi, meglio
la Lip!
Dalle 14 alle 18: Pomeriggio Precario
(dignità e lavoro per tutti)
Un’assemblea che sia l’inizio di
una grande mobilitazione dal basso, un percorso di lotta unitario, al di là
delle varie appartenenze sindacali, che inizi appunto con l’indizione dell’assemblea
nazionale di tutti i lavoratori della scuola contro la pseudoriforma
governativa, con particolare declinazione sul mondo precario, al quale dedicheremo
l’intero pomeriggio del 12, che passi attraverso la partecipazione alle varie
ulteriori manifestazioni contro la “Buona Scuola” e che confluisca nella
richiesta forte di indizione di un grande sciopero generale e unitario della
scuola, da considerare come adeguata risposta forte e unitaria al progetto
renziano.
La piattaforma su cui l’assemblea
lavorerà, che include e assorbe in toto quella stabilita all’unanimità dal
popolo precario in presidio il 17 marzo scorso, sarà la seguente:
1- Ritiro della riforma Buona Scuola, una pseudoriforma non
emendabile, che vediamo come l'ennesimo tentativo di fare cassa ai danni della
scuola pubblica, una limitazione di diritti dei dipendenti pubblici che procede
parallelamente al Jobs Act e al passaggio di un più ampio progetto di
meritocratica privatizzazione dei diritti costituzionali e dello stato sociale
2 - Sostegno alla Lip (ora
Ddl 1583 al Senato e 2630 alla Camera) che, in contrasto radicale con la
controriforma di Renzi prevede: l’investimento nella scuola del 6% del Pil
nazionale (in linea con quanto in media investono i paesi UE); l’obbligo
scolastico a 18 anni; il ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato,
classi di non più di 22 alunni (numero che diminuisce in presenza di alunni con
disabilità); l’abrogazione della “riforma” Gelmini; una scuola finanziata
interamente dallo Stato per evitare la creazione di scuole di serie A e B, la
garanzia della libertà di insegnamento.
3 - Rispetto della centralità della libertà dell’insegnamento e
del dibattito a scuola, poiché la scuola è il luogo della formazione culturale
e civile dei cittadini futuri. L’ingresso di capitali, interessi e di
discutibili pratiche di tirocinio in imprese private è poco utile al processo
educativo degli alunni e si delinea come potenzialmente dannoso agli equilibri
di gestione interna delle scuole e, ancor più grave, alla libertà di
insegnamento
4 - Aumento sostanziale del numero di cattedre (per eliminare qualsiasi
giustificazione alla creatura renziana dell’organico funzionale con strapotere
dei dirigenti) tramite: cancellazione dei tagli della pseudoriforma Gelmini e diminuzione
numero alunni per classe (come già indicato nel punto 2); cancellazione controriforma
Fornero sulle pensioni.
5 - Immissioni in ruolo completa oltre le promesse mancate del
governo (quindi tutti i 148 mila precari delle GAE , tutti quelli delle GI che
hanno maturato i 36 mesi di servizio, che oggi sono tagliati fuori, gli
idonei ultimo concorso) da farsi entro
Settembre 2015, attraverso un Decreto legge specifico al di fuori di
qualsivoglia pesudoriforma o un c.d. Decreto Interministeriale emanato dal MIUR
di concerto con il Ministero dell’Economia e Finanze che faccia seguito a disposizioni
di legge idonee. Tali immissioni in ruolo da effettuarsi senza condizionarle
all’accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti
noto, le assunzioni dei precari in GAE e di quelli che
hanno maturato 36 mesi di servizio non sono un regalo del governo, ma il frutto
delle lotte condotte negli anni dai precari e della sentenza
della Corte di Giustizia europea.
6 - Il rispetto, per gli
immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, il che vuol
dire ripristino degli scatti di anzianità soppressi, riconoscimento dei
diritti pregressi degli abilitati di scuola
dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni assurda
ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché
di demansionamento, ovvero utilizzazione su classi
di concorso “affini” e su differenti posizioni lavorative (docenti assunti
nelle posizioni degli ATA).
7 - Stabilizzazione graduale dei precari recentemente abilitati tramite
percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione,
attualmente in II fascia d’istituto, con
istituzione di una nuova graduatoria
provinciale degli abilitati (da cui attingere, a scorrimento, per le
immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali).
8 - Istituzione di graduatorie
dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare
gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni
di contratti a tempo determinato.
Lavoratori Autoconvocati della Scuola
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Appuntamenti,
Volantini
martedì 17 marzo 2015
17 marzo 2015 Piattaforma dei precari della scuola per una mobilitazione unitaria
Il Coordinamento Precari Scuola Roma (CPS Roma) comunica
all'opinione pubblica e agli organi di stampa il principale risultato della
manifestazione del precariato della scuola tenutasi a Roma, sotto Montecitorio,
martedì 17 marzo scorso, cioe’ la definizione e la realizzazione, avallata
all’unanimità, di una piattaforma comune a tutta la realtà del mondo precario
della scuola, una realtà molteplice, fatta di gruppi organizzati e di singoli
lavoratori, offesi nella loro dignità di cittadini e di lavoratori dalla c.d.
riforma della Buona Scuola renziana.
La piattaforma, ottenuta dopo mesi di battaglie svolte
troppo spesso singolarmente, con contenuti e rivendicazioni quasi
esclusivamente specifiche e non sempre inclusive che non permettevano altro se
non la frammentazione e la divisione, facendo il gioco del governo, si basa su
tre capisaldi inamovibili e indisponibili: il rifiuto totale della riforma
renziana, riforma non emendabile e pertanto da sovvertire nella logica, nei
contenuti,nella forma e nella sostanza; la proposta di individuazione dei
razionali per aumentare in modo sostanziale il numero delle cattedre
disponibili; un percorso inclusivo per la stabilizzazione completa e senza
condizioni di tutti i precari della scuola, siano essi iscritti Gae, idonei al
concorso, abilitati Tfa, abilitati Pas, abilitandi Tfa e iscritti III fascia.
La piazza, nell’accettare e fare propria la piattaforma, ha
dato il via ad un percorso di lotta unitario, al di là delle varie appartenenze
sindacali, che inizi con l’indizione di un’assemblea nazionale di tutti i
lavoratori della scuola contro la riforma, con particolare declinazione sul
mondo precario, che passi attraverso la partecipazione alle varie ulteriori
manifestazioni contro la Buona Scuola, a partire dal presidio dei precari indetto
dai sindacati per martedì 24 sotto Montecitorio (ove portare e rivendicare
l’applicazione della piattaforma), che confluisca nella richiesta forte di
indizione di un grande sciopero generale della scuola, da considerare come
adeguata risposta forte e unitaria al più grande attacco alla Scuola Pubblica
che si ricordi dai tempi del ministro Falcucci.
La piattaforma, che di seguito riportiamo, puo’ essere
controfirmata scrivendo (specificando se si appartiene a realtà già in lotta)
all’indirizzo email del CPS Roma (movimentoinsegnantiprecari@gmail.com) il
quale si rende sin d’ora garante del processo che finalmente identifichi un
reale movimento unitario dal basso contro la devastante politica renziana sulla
scuola.
Piattaforma dei precari della scuola per una mobilitazione unitaria.
- Ritiro della riforma Buona Scuola, una
riforma non emendabile, che vediamo come l'ennesimo tentativo di fare cassa ai
danni della scuola pubblica, una limitazione di diritti dei dipendenti pubblici
che procede parallelamente al Jobs Act e il passaggio di un più ampio progetto
di meritocratica privatizzazione dei diritti costituzionali e dello stato
sociale
- Aumento sostanziale del numero di cattedre (per eliminare qualsiasi giustificazione alla
creatura renziana dell’organico funzionale con strapotere dei dirigenti)
tramite: cancellazione dei tagli della riforma Gelmini; diminuzione numero
alunni per classe, cancellazione riforma Fornero sulle pensioni.
- Immissioni in ruolo completa, oltre le promesse mancate del
governo (quindi tutti i 148mila precari delle GAE , tutti quelli delle GI che
hanno maturato i 36 mesi di servizio, che oggi con il DDL sono tagliati fuori,
idonei ultimo concorso) entro Settembre 2015, attraverso un c.d. Decreto
Interministeriale emanato dal MIUR di concerto con il Ministero dell’Economia e
Finanze (non occorre infatti alcun Decreto legge o DDL, ma solo la volontà di
assumere), immissioni in ruolo da effettuarsi senza condizionarle all’
accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti noto, le
assunzioni dei precari in GAE e di quelli che hanno maturato 36 mesi di
servizio non sono un regalo del governo, ma il frutto delle lotte condotte
negli anni dai precari e della sentenza della Corte di Giustizia europea.
- Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto
stabilito dal CCNL scuola, il che vuol dire ripristino degli scatti di
anzianità soppressi, riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di
scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni
assurda ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni,
nonché di demansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso “affini”
e su differenti posizioni lavorative (docenti assunti nelle posizioni degli
ATA).
- Stabilizzazione graduale dei precari
recentemente abilitati tramite
percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione, attualmente in
II fascia d’istituto, con
istituzione di una nuova graduatoria provinciale degli abilitati (da cui attingere a scorrimento,
per le immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali).
- Istituzione di graduatorie dei non abilitati con
percorsi abilitanti da attivare gratuitamente
e senza selezione per chi
abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.
martedì 13 gennaio 2015
Comunicato Coordinamento Precari Scuola Roma
Mercoledì 17 dicembre il Coordinamento
Precari Scuola Roma si è riunito per discutere su:
-promesse di assunzioni e significato dei ricorsi,
-promesse di assunzioni e significato dei ricorsi,
- rischio dell'estromissione completa di
una parte considerevole di lavoratori/trici precari-e della scuola attraverso
l'eliminazione delle supplenze,
-rilancio della piattaforma del 26
ottobre.
Dopo la sentenza della Corte europea
contro il ricorso sistematico a contratti a tempo determinato e le promesse di
stabilizzazione da parte del governo, c'è grande fermento da parte di docenti e
ATA precari.
Pensiamo che sia arrivato il
momento di pretendere le tanto attese assunzioni vigilando sulle modalità, sui
tempi e sulla certezza degli stanziamenti. La recente sentenza europea e i
molti pronunciamenti a favore di singoli da parte di giudici italiani, insieme
ai ricorsi che molti precari si accingono a portare avanti per mettere alle
strette il governo, rimarcano per noi che l'assunzione dei
precari è un atto dovuto e non deve avvenire attraverso il ricatto della
dequalificazione della funzione docente, della cessione dei diritti e
dell’abolizione degli scatti stipendiali come tenta di far passare il piano per
la scuola del governo.
Chiediamo a tutti i
lavoratori/trici della scuola di prestare attenzione e di opporsi, in sede di
discussione di modifiche al contratto nazionale nonché in sede di
contrattazione d'istituto, alle tendenze che modificano il contratto di
lavoro in senso peggiorativo, dequalificando il lavoro di docenti e
ata e imponendo un elevato numero di ore da dedicare a supplenze.
E' avvenuto, per esempio, nel caso dell'accordo siglato dai sindacati CGIL e
CISL della provincia di Trento ad agosto 2014 per il quale ogni docente dovrà
prestare fino a trenta ore (non più dieci-quindici) per
le supplenze interne, lasciando invariata la parte economica, per non parlare
delle settanta ore annue (solo alle superiori) ricavate dal
recupero previsto per le ore di 50 minuti. Avviene in forme diverse in
molte scuole dove le difficoltà dovute ai tagli vengono affrontate ricavando
ore da recuperare in vario modo, da destinare a supplenze o ad attività
cosiddette progettuali, ma a volte gestite in maniera da togliere alla
maggioranza dei docenti il controllo del proprio lavoro.
Segnaliamo, inoltre, che
ancora troppo spesso, per la mancata chiamata dei supplenti, si
arriva perfino alle richieste ricevute da diversi colleghi/e precari sul
sostegno di prestare ore per coprire le assenze dei colleghi/e. Ribadiamo
la nostra contrarietà a questa pratica veramente disdicevole, che fa risparmiare
soldi alle scuole e al ministero ma che svilisce il diritto allo studio degli
alunni/e diversamente abili.
Denunciamo infine, la barbarie del
trattamento riservato ai colleghi/e che lavorano con contratti brevi e saltuari
che non vedranno per quest'anno gli stipendi di dicembre, nè la tredicesima
e neanche la mensilità di novembre della quale sarà assegnata solo
una quota rimandando l'altra metà al 2015. Il MIUR fa sapere, con una
nota del 15/12/2014, che ciascuna scuola dovrà liquidare le somme
spettanti al personale docente con precedenza delle mensilità di settembre e
ottobre fino a novembre ma entro i limiti dell'importo assegnato ad ogni
singola scuola.
Ribadiamo le richieste e gli
obiettivi dell' assemblea dei precari del 26 ottobre e invitiamo alle giornate
di lotta in Piazza Montecitorio e all'assemblea nazionale che si terranno
durante la settimana dal 12 al 18 gennaio.
__._,_.___
Coordinamento precari scuola Roma
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Appuntamenti,
Volantini
venerdì 17 ottobre 2014
26 ottobre Assemblea Nazionale Precari Scuola
26 ottobre
Assemblea nazionale precari scuola
Incontriamoci
tutte e tutti, precari abilitati nelle
Gae, tfa e pas e non abilitati, laureati in scienza della formazione e diploma
magistrale allo scopo di costruire insieme una piattaforma comune ed un percorso
condiviso di mobilitazione che ci consenta di rispondere alla logica del
ricatto che il Governo Renzi ci vuole imporre. Di fronte alla promessa di
stabilizzazione dei precari si paga il prezzo salato della cessione dei
diritti, dell’abolizione degli scatti stipendiali e dell’estromissione completa
di una parte considerevole dei lavoratori precari della scuola attraverso il
progetto dell’eliminazione delle supplenze.
Ricordiamoci
sempre che siamo lavoratori, che l’assunzione
dei precari presenti nelle Gae è il frutto delle lotte e dei diritti che ci
siamo conquistati in questi anni e non una mera concessione del Governo, deve
avvenire attraverso la rivendicazione della qualità del lavoro, senza cessione
di diritti; inoltre, come abilitati pas non presenti nelle Gae abbiamo il
sacrosanto diritto di lavorare poiché abbiamo lavorato per anni nella scuola,
ci siamo abilitati compiendo sacrifici immensi e non possiamo accettare che il
primo politico di turno si inventi con la supplentite l’ipotesi di cancellarci
dalla scuola. Ricordiamoci che come abilitati tfa abbiamo dovuto sopportare
prove estenuanti e siamo stati costretti al pari degli altri a costi elevati
impostici dalle università ed alla frequentazione di corsi estenuanti. Lo
stesso vale per gli abilitati in scienza della formazione primaria e ai
diplomati magistrali.
Rompiamo la
logica della frammentazione, tutti
abbiamo dimostrato nelle prove selettive e lavorando nella scuola che nessuno
è migliore degli altri, che tutti
abbiamo gli stessi diritti e dobbiamo
lottare per difenderli e conquistarne altri.
Incontriamoci
in assemblea il giorno 26 ottobre a Roma dalle 10 alle 17 nella sede di
Communia via dello scalo di San Lorenzo 33.
CPS Napoli
CPS Roma
Mida Precari
Precari Uniti contro i tagli Roma
Precari Uniti contro i tagli Roma
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mercoledì 16 luglio 2014
Comunicato Manifestazione del 15 luglio
SUCCESSO
DELLA MANIFESTAZIONE UNITARIA DEL MONDO DELLA SCUOLA
1. NO
a qualsiasi aumento dell’orario di lavoro che da una parte peggiorerebbe la
qualità e la dignità dell’insegnamento e dall’altra comporterebbe il “licenziamento”
di decine di migliaia di precari;
2. NO
al taglio di un anno del percorso scolastico;
3. SÌ
a sostanziali aumenti dello stipendio;
4. SÌ
all’assunzione dei precari sugli oltre centomila posti vacanti.
Le centinaia di manifestanti dopo l’Assemblea hanno chiesto di poter andare in corteo al Senato dove era in atto un Presidio contro la riforma dello stesso.
Le forze dell’ordine hanno, a questo punto, circondato il corteo ed hanno ripetutamente impedito ogni possibile manifestazione di dissenso, sequestrando centinaia di persone e dimostrando, in tal modo, la non volontà di dialogo del Governo sul capitolo scuola. La manifestazione ha, comunque, raggiunto in ordine sparso il Senato evitando le provocazioni e si è, di nuovo, riunita in Assemblea ribadendo le proprie ferme convinzioni:
·
Vigilare quest’estate affinché il decreto scuola
non venga presentato;
·
Organizzarsi dal primo settembre con assemblee
in tutte le scuole per uno sciopero unitario della categoria.
Autoconvocatiscuola, Coordinamento Precari Scuola,
Coordinamento Scuole di Roma
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